Gesuiti – Commento al Vangelo del 13 Dicembre 2018

A volte ci comportiamo come dei bambini che fanno i capricci perché non ottengono quello che vogliono. Pretendiamo che gli altri stiano ai nostri giochi manipolatori e quando osano sottrarsi facciamo gli offesi e ci indigniamo, scaricando su di loro la colpa del nostro malessere. Con tutto quello che abbiamo fatto per loro!

In realtà, non siamo contenti neppure quando gli altri fanno quello che chiediamo. C’è sempre qualcosa fuori posto, qualcosa che stona. Comunque l’altro si ponga di fronte a noi, sbaglia. Quando questo capita, siamo preda di bisogni irrealistici, infantili, capricciosi. Sono quei bisogni riconoscibili dal tono pretenzioso che assumiamo per affermarli, come se il mondo fuori di noi dovesse adattarsi istantaneamente per soddisfarli. Come se tutto ci fosse dovuto. Come se la nostra felicità dipendesse dal contesto in cui viviamo e non dal nostro modo di starci dentro.

Il vero problema non è come si pone l’altro di fronte a me, bensì come mi pongo io di fronte a me stesso. Questi bisogni sono infantili perché crediamo come bambini che debbano essere gli altri a prendersene cura e ci rifiutiamo di assumercene noi stessi la responsabilità che deriva dall’essere adulti.

La sapienza di cui parla Gesù è la sapienza della croce, che smaschera i nostri tentativi di indossare la maschera di vittima e invita a riconoscere che l’amore che reclamiamo dal mondo già ci è stato dato. Il suo sacrificio ci rende creature nuove capaci di amare a partire da quello che siamo.

Flavio Emanuele Bottaro SJ

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

  • Quali sono i miei bisogni che spesso scarico sugli altri?
  • Quali risorse potrei attivare per prendermene cura io stesso?
  • Come significa, per me, essere adulto?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 11, 16-19
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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