fra Mario Berišić – Commento al Vangelo del 26 Settembre 2020

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».

Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Oggi la parola di Dio, sebbene molto breve, ci rivela tre cose.

1. Chi può rimanere indifferente al miracolo? Tutti sono sbalorditi da ciò che Gesù sta facendo, ma la domanda è: quanti credono in Gesù? Se un miracolo non ti fa credere, non meravigliarti, non ha senso. È facile ammirare Gesù quando è potente, e tutti siamo fuori di sé quando vediamo un miracolo perché miracolo oltre passa nostri ragionamenti ed è qualcosa che ci trascende. Eppure Gesù non mostra la più grande potenza nei suoi miracoli, ma nella sua sofferenza, perché ha accettato di essere rifiutato e torturato per amore, e l’amore è il più grande miracolo che ognuno di noi possa fare, perché Gesù ci ha dato la forza e ci ha mostrato la via.

2. Gesù vuole distogliere l’attenzione dai miracoli con queste parole: “Prendete a cuore queste parole: il Figlio dell’uomo è davvero sarà consegnato nelle mani degli uomini”. Come se Gesù volesse imprimere questa parola nei nostri cuori, una parola che all’inizio ci spaventa e confonde. Perché i discepoli devono incidere nei loro cuori il fatto che Gesù soffrirà per l’uomo e dall’uomo? Perché è un miracolo d’amore quando ha permesso di essere ferito da noi, in modo che tutti noi prendiamo la coscienza quanto è Dio sia meravigliosamente innamorato di noi. Dobbiamo incidere nei nostri cuori che Dio ci ama fino a morire per noi.

3. I discepoli non capiscono! Molti di noi non capiscono questa logica, perché ancora oggi restiamo tutti stupiti quando qualche “morto risorge dalla tomba”, cioè quando accade un miracolo, e molto meno quando guardiamo il Figlio di Dio inchiodato sulla croce per amore di tutti.

Commento a cura di fra Mario Berišić OFMCap

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