fra Marin Berišić – Commento al Vangelo del 4 Febbraio 2020

Non dobbiamo buttare via nulla della nostra vita, tutto può servirci. Spesso la sofferenza e le cose negative che ci capitano cerchiamo di buttare, non vogliamo accettarle. Ma forse subito non capiamo il senso di ciò, ma non buttare via niente della tua vita.

Dio riesce a trasformare la storia più brutta in una bellezza. Anche la sofferenza può essere il motivo per incontrare unico senso, cioè Gesù Cristo. Ci sono tante vie per arrivare a Gesù, ciò che il Vangelo ci dice oggi è che a Gesù si può arrivare anche attraverso una stretta e dolorosa via. Il papà che è disperato per la salute di propria figlia, insieme con la donna che avendo provato tutte le medicine è malata da dodici anni.

Ci sono due dettagli bellissimi di questo Vangelo e di queste due storie disperate. Gesù semplicemente non desidera fare un miracolo, ma desidera un incontro personale con le persone. Prima si mette in cammino “Andò con lui” e poi la donna che lo toccò, “Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo.” Gesù ha sete di noi, entra in ogni spazio che gli lasciamo. Per cui la sofferenza, le disperazioni potrebbero essere di quei spazi dove lui non ci abbandona. Forse non abbiamo sempre bisogno di una guarigione o sparizione dei problemi. Piuttosto abbiamo bisogno di qualcuno che ci sta vicino, che ci incoraggia nella nostra vita, che dopo tante morti della vita ci dice: “Alzati”.

Abbiamo bisogno che qualcuno ci consideri, qualcuno che va con noi, qualcuno che ci guarda. È Lui lo fa! Non solo ci insegnano che ogni cosa che ci capita nella vita può essere via per incontrare personalmente L’Autore della vita, ma ci dicono un’altra cosa, ovvero hanno un modo semplice e fiducioso nel chiedere, nel pregare Gesù. Credo che la preghiera sia quella via dove possiamo imparare a lascargli lo spazio perché entri in ogni angolo del nostro cuore. Il luogo dove possiamo vedere che non si tratta di essere forti nella sofferenza, ma è che Lui provvede.

Non importa se noi siamo forti, ma che siamo insieme con il più Forte!


Fanciulla, io ti dico, àlzati!
Dal Vangelo secondo Marco Mc 5, 21-43 In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. Parola del Signore

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