fra Marin Berišić – Commento al Vangelo del 22 Marzo 2020 – Gv 9, 1-41

„Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».

Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.” I primi discepoli sono l’immagine di noi. il nostro modo di pensare è così, il nostro modo di ragionare, il nostro modo di guardare la realtà.

Tutta la vita passiamo a cercare il colpevole, e non riusciamo staccarci da questa chiusura. Alcune cose nella vita non capiamo, forse non vediamo il senso. Ma c’è qualcosa di più grande del nostro piccolo ragionamento. C’è l’opera del Padre, c’è il suo progetto. È l’opera sua si manifesta in ognuno di noi.

Ognuno di noi è qua perché Lui ha desiderato, perché si manifestino le sue opere. Non bisogna buttare dalla nostra vita perché tutto ci serve, e smettiamo di cercare il colpevole, mettendoci nelle mani Dio. Oggi forse non capisci il tempo che stai vivendo, non importa, Lui lo sa, lasciati abbracciare da Lui che capisce.

Solo l’intimità con Gesù ci può aiutare a vedere, la sua saliva sui nostri occhi ci rende le creature nuove. Adesso abbiamo tempo di stare con Lui, di entrare nella profonda intimità. Oggi sì, domani non lo sappiamo!

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