fra Marin Berišić – Commento al Vangelo del 11 Marzo 2020 – Mt 20, 17-28

“Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà.

Nella vita ci vuole un tempo per essere presi in disparte, ma non siamo soli neanche se siamo presi in disparte. C’è Lui, il nostro fratello, il nostro amico Gesù. E là ci racconta che deve soffrire, che deve essere messo in croce, ma che deve anche risorgere. Ecco credo che questa cosa a tutti deve essere di speranza. Per noi la risurrezione è la speranza e come dice san Paolo: “la speranza non delude.”

Non fermiamoci solo sulla sofferenza che viviamo in questo periodo, ma abbiamo uno sguardo di speranza, uno sguardo di risurrezione. Forse Gesù ci chiama a stare in disparte per un periodo, ma non bisogna dimenticare che quando soffre una parte del corpo di Cristo, soffre tutto il corpo. Siamo tutti uniti in un unico corpo spirituale, che è Cristo. “Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete.”

Quando chiediamo al Signore di condividere qualcosa ci dimentichiamo che la strada è quella della croce. Oggi possiamo chiedere come questa mamma che ama i suoi figli qualcosa a Gesù, sapendo che condividiamo la croce, la sofferenza con gli altri, però ricordando che dopo ogni croce viene la Risurrezione.

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