Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 28 Maggio 2022

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“ Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete ed otterrete perché la vostra gioia sia piena “.

Oggi Gesu’ ci dà un insegnamento grandissimo.

Diciamocelo chiaramente: spesso ci lamentiamo con Cristo perché..non ascolta le nostre preghiere.

Non riusciamo a comprenderne il motivo.

Il nostro ragionamento è, piu’ o meno, questo: “ Gesu’, ma se io ti prego sempre, vengo a messa, faccio il volontario, non me lo merito che mi dai cio’ che ti ho chiesto? “.

Ecco il grande errore.

Noi chiediamo confidando “ nei nostri meriti “ e non “ nel nome di Cristo “.

Ma che significa chiedere qualcosa al Padre “ nel nome di Cristo “?

In primo luogo sgombriamo subito il campo: non è una formula magica!!!

Non è che se gli diciamo: Signore, fammi vincere l’enalotto….” nel nome di Cristo “ lo vinciamo!!!

Chiedere “ nel nome di Gesu’ “ significa riconoscersi umili e, pertanto, prendere atto di “ non aver nessun merito “, di “ non meritare niente da Dio “.

Si ottiene se si chiede una cosa “ per i meriti di Cristo “ e non per i nostri!!!

In secondo luogo si ottiene se…si è disposti ad accettare cio’ che Cristo ci dona!!!

Chiedere nel nome di Gesu’ significa infatti anche chiedere “ secondo la sua volontà “ e non…“ secondo la nostra “.

Ce lo dice la preghiera che proprio Cristo ci ha insegnato: Il Padre Nostro.

“ Sia fatta la tua volontà “ recita un versetto.

Da nessuna parte si legge “ sia fatta la nostra volontà “!!!

Chiedere “ nel nome di Cristo “ significa pertanto, in sintesi, chiedere con umiltà, sapendo di non meritare nulla, ed accettando cio’ che Dio ci dona, nella certezza che è il meglio per noi.

Lo so, è difficile nella nostra mentalità umana.

Ma la fede presuppone la fiducia, l’abbandono nelle braccia del Padre.

Iniziamo a pregare cosi’ e…stiamone certi che “ otterremo in abbondanza “ e “ la nostra gioia sarà piena “.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.