Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 27 Settembre 2020

In questa Domenica Gesu’ fa una dura reprimenda ai “ cristiani di facciata “, cioè a coloro i quali si riempiono la bocca dicendo “ Si, Signore “, per poi non mettere minimamente in pratica cio’ che proclamano con la bocca.

Mi vengono in mente tanti “ uomini religiosi “, pronti a partecipare a messe, processioni, rosari, novene, ma che, appena fuori dalle mura della Chiesa, danno pessima testimonianza di cristiani conducendo una vita basata su principi opposti a quelli che si rinvengono nel Vangelo.

Gesu’ evidenzia a questi “ cristiani da sacrestia “ che si sono incamminati su una strada infruttuosa, chiusa, formale, in quanto, dinanzi alla Parola, non si interrogano, non si verificano, non si mettono in discussione, non si pentono.

Il Vangelo che tanto ascoltano ( sarebbe meglio dire “ sentono “ ) non produce in loro conversione e, quindi, il loro “ SI “ è sterile perché resta in una dimensione di “ devozionalismo vacuo “ che non produce frutto e che non consente loro di essere, realmente, operai nella vigna del Signore.

L’accusa che fa Cristo a questi uomini è fortissima, in quanto a loro, che si sentono, i “ pii “, i dottori “, dice “ i peccatori e la prostitute vi passano avanti nel regno di Dio “.

Gesu’ sceglie, mostra la sua predilezione verso quei figli che, inizialmente, lo hanno rinnegato, gli hanno sputato in faccia, hanno condotto una vita improntata su valori errati ma che, dinanzi all’annuncio della Parola, hanno creduto veramente, si sono pentiti e si sono convertiti, divenendo, cosi’, operai della vigna e anche bravi operai perché chi passa attraverso il peccato e, compreso lo sbaglio, affidandosi alla misericordia, si sente perdonato, si impegnerà moltissimo in quanto sa di essere amato nonostante lui e nonostante gli errori commessi.

In questa Domenica interroghiamoci pertanto su chi siamo: “ cristiani di facciata “ o “ peccatori convertiti “ pronti a lavorare nella vigna?

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

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