Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 26 Maggio 2021

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“ Che cosa volete che io faccia per voi? “

E’ la domanda che Gesu’ pone a Giacomo e Giovanni e che, ogni giorno, rivolge a noi.

E allora dobbiamo interrogarci.

Cosa dobbiamo chiedere al Signore?

Una “ raccomandazione “ per la gloria eterna ( “ Concedici di sedere uno alla tua destra e uno alla tua sinistra “ )?

Spiacente.

Non si puo’ fare.

Cristo è chiarissimo.

Non è seguendo dei riti, facendo processioni, ripetendo a memoria litanie che ci si ingrazia Cristo.

La gloria di Dio, cioè sedere alla sua destra e alla sua sinistra, è “ per coloro per i quali è stato preparato “.

Che significa?

Che è già tutto prestabilito?

No.

Significa che alla Gloria non si accede cercando di ingraziarsi Dio ma seguendolo realmente, uniformando la propria vita a quella sua.

Non serve recitare preghiere, non serve “ parlare di Gesu’ “ ma serve “ parlare con Gesu’ “ per poi   “ vivere come Gesu’ “.

E come viveva Cristo?

Servendo, ed arrivando a dare la propria vita per il servizio.

Chi vive in questo modo ha la certezza che per lui è stato preparato un posto nella “ Gloria di Dio “.

La prova di cio’ la troviamo in un’altra meravigliosa pagina del Vangelo di Giovanni in cui il Maestro, annunciando la sua prossima fine, dice: “ vado a prepararvi un posto….. E del luogo dove vado io conoscete la via “  ( Gv 14, 2,4 ).

Alla osservazione di Filippo: “ Signore non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via? “, Cristo risponde: “ Io sono la Via, la Verità e la Vita “.

Se quindi segui la VIA di Gesu’, non come i discepoli del brano di oggi, che erano “ impauriti e sgomenti “, ma con fede e gioia, se dici la VERITA’, cioè proclami che Gesu’ Cristo è Vivo e Salva, e se doni la VITA, cioè ti metti al servizio dei fratelli cosi’ come ha fatto Gesu’, allora il tuo posto nella Gloria di Dio è pronto.

L’eternità, di cui su questa terra, vivendo alla sequela di Cristo, sperimenti un frammento, ti attende.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.