Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 23 Novembre 2020

Gesù vede e legge i nostri cuori, capendo quali sono le “motivazioni “ che ci spingono a compiere le nostre azioni.

Questo ci dice, in estrema sintesi, la parabola della “vedova povera “, oggi proposta dalla liturgia.

Anche noi, pertanto, dobbiamo chiederci cosa guida il nostro agire: la vanagloria o l’amore?

Analizziamo il testo e prendiamo atto di cosa “ vede “ Gesù.

Il Maestro nota prima “ i ricchi “ che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.

Vede poi “anche “ una “ vedova povera “ che vi gettava due monetine.

Sembra che entrambi fanno una cosa buona nonché “ proporzionata “ alle proprie capacità.

I ricchi, che possiedono di più, gettano “ offerte “.

La donna, che ha di meno, getta “ due monetine “.

Cosa hanno fatto di male i ricchi?

Dove sta il problema?

Il problema è che la loro offerta non intacca minimamente e loro vite, in quanto, come riferisce il brano nel suo prosieguo, gettavano “ parte del loro superfluo “.

E’ evidente che se io do il mio superfluo non mi metto minimamente in gioco, il mio agire non ha la logica del dono di me, che si basa sulla privazione, per amore degli altri, di qualcosa di importante o necessario, come il mio tempo o il denaro occorrente per le mie esigenze quotidiane.

Il problema non sta pertanto nel fare l’offerta, cosa di per se buona, ma nel farla con finalità sbagliate, consistenti nell’ostentare la propria ricchezza senza che questa sia minimamente scalfita.

Siamo pertanto oggi invitati a chiederci se i nostri comportamenti, a volte, non rispecchiano questa logica.

Spesso capita, magari, di fare una donazione ( a volte neanche cosi’ cospicua!!! ) a qualche ente o associazione e, invece di agire nel segreto, come insegna il Vangelo, si va a raccontare a tutti il proprio gesto al solo fine di essere ammirati.

Diverso è invece l’atteggiamento della “ vedova povera “ la quale getta nel tesoro le due monetine, che costituivano “ tutto quello che aveva per vivere “.

Gettando quelle monete la donna sa che, quasi certamente, non avrà da mangiare neppure per quella giornata; ciò nonostante dona tutto per amore, certa della provvidenza divina.

Questa donna deve essere il nostro metro di confronto: siamo capaci di donarci integralmente nelle nostre relazioni, nel nostro lavoro, anteponendo, a volte, quando è necessario o giusto, il bene degli altri al nostro?

Questa è la logica evangelica, la logica di chi ama come Cristo ci ha amato: “ dare la vita per i propri amici “ ( Gv 15,13 ).

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

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