Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 17 Marzo 2021

“ Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il Sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio “.

La grande bestemmia, il motivo per cui Cristo sarà condannato a morte, è questo: “ Chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a lui “.

Inconcepibile, inammissibile.

E’ reo di morte.

E’ difficile, come mi è capitato di dire altre volte, dar torto ai Giudei.

Per quanto grandi fossero le opere poste in essere da Gesu’, credere che fosse Dio era obiettivamente difficile per chi non poteva avere consapevolezza di cosa fosse la Resurrezione.

E’ chiaro, pertanto, che questa pagina è scritta dall’evangelista Giovanni non per raccontare un plausibile fatto di cronaca ma per dare un messaggio a tutti coloro i quali la avrebbero letta.

Il messaggio è: Il Padre “ risuscita i morti e da’ la vita “ e, per far cio’, manda il Figlio, il quale indica gli “ strumenti “ per compiere questo passaggio.

Quali sono questi strumenti?

“ Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita “.

“ Ascoltare la Sua Parola “ e “ Credere al Padre e al Figlio “.

Sono queste le “ armi “ per passare dalla morte alla vita.

ASCOLTARE LA SUA PAROLA

Non ci giriamo intorno.

Piu’ volte, nei Vangeli letti nell’ultimo periodo, si è fatto riferimento all’ascolto.

Sabato scorso la liturgia proponeva il testo di Marco ( 12,28b-34 ) in cui Gesu’, alla domanda dello  scriba che gli chiedeva quale fosse il “ primo di tutti i comandamenti “, rispondeva: “ Ascolta, Israele, il Signore nostro Dio è l’unico Signore “.

Senza ascolto, senza frequenza quotidiana con la Parola, non c’è il cristiano perché manca quella relazione indispensabile per poter vivere il Vangelo.

Va detto con chiarezza: la partecipazione alla messa domenicale non basta, è un episodio nella settimana, è un’ “ isola felice “ inidonea a creare intimità con Cristo.

E’ come vedere il proprio figlio o la propria moglie ( il proprio marito ) una volta alla settimana per un’ora: che familiarità puo’ esserci?

Nessuna.

E’ identico per il rapporto con Cristo.

CREDI IN ME

E’ il secondo strumento, per utilizzare il quale è necessario, preliminarmente, ascoltare.

Se non ascolti non puoi credere in Dio.

Se ascolti, invece, se fai tuoi gli insegnamenti della Parola, diventi veramente credente ed inizi a percorrere quella meravigliosa strada che ti porterà, passo dopo passo, dalla morte, dalle tenebre del peccato, alla vita, alla gioia, alla pienezza.

Per questa Quaresima, ormai nel vivo, prendi questo impegno: Ascolta quotidianamente la Parola, almeno le letture della liturgia del giorno.

E’ il primo ed imprescindibile step per la conversione, per convergere dal peccato alla vita, dalla morte alla Risurrezione.

Buona giornata e buon ascolto a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

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