Ammirati e ricompensati.
Sono i due termini su cui è incentrato il testo odierno che, solitamente, viene proclamato il Mercoledi’ delle Ceneri, all’inizio della Quaresima.
Ammirati.
E’ quello a cui tendono gli uomini.
E’ una tentazione pericolosa perché induce al narcisismo, spinge all’autoreferenzialità .
Anche azioni oggettivamente buone quali pregare, digiunare, fare elemosina, diventano vuote, diventano persino peccaminose se sono poste in essere non per amore ma per “ essere ammirati “, per “ essere visti “.
Da chi?
Il problema è proprio questo: ci piace essere ammirati dagli uomini, sentirci dire bravi perché abbiamo fatto una donazione importante o perché ogni sera ci facciamo un’ora di adorazione e sgraniamo il Rosario.
Il problema è che sbagliamo il soggetto da cui desideriamo essere visti.
Dovremmo sforzarci di “ piacere a Dio e non agli uomini “.
Paradossalmente…è piu’ semplice.
Dio infatti non vuole gesti eclatanti, non vuole manifestazioni roboanti, perché lui legge i cuori, conosce le intenzioni delle persone, è capace di accorgersi che “ i due spiccioli “ della vedova valgono piu’ delle “ tante monete “ che i ricchi gettano nel tesoro.
Quella vedova sarà “ ricompensata “ da Dio, i ricchi saranno “ ammirati dagli uomini “.
Oggi, nel silenzio, poniamoci, con onestà , questa domanda: da chi vogliamo essere ammirati?
Da Dio o dagli uomini?
Le nostre azioni concrete ci suggeriranno la risposta.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.