Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 14 Novembre 2021

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“ In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà piu’ la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte “.

DOPO QUELLA TRIBOLAZIONE.

E’ la “ tribolazione “, pertanto, il segno del passaggio tra un “ prima “ ed un “ dopo “, tra un “ prima “ fatto di patimenti, di sofferenze, di umiliazioni, di non riconoscimenti, ad un “ dopo “ fatto di pienezza, di gioia.

La tribolazione ha connotato la vita di terrena di Gesu’, soprattutto nel suo momento finale.

E’ quindi necessario che anche noi la viviamo.

E’ la cartina di tornasole per sperimentare se siamo o meno cristiani.

Chi non ha “ tribolazioni “ a causa della fede, a causa della Parola di Dio, non è un cristiano vero, è, al massimo, un “ cristiano da salotto “.

Il cristiano, infatti, non si limita ad un’accademica lettura della Parola, a degli interessanti studi teologici ma assume, grazie alla Parola, grazie anche, magari, agli studi, ma grazie, soprattutto, alla frequenza quotidiana con Cristo, il suo stile, che è quello della Giustizia, è quello della Verità.

Se assume detto stile non puo’ non avere “ tribolazioni “ perché il mondo respinge le persone che mettono questi valori al centro del loro essere, del loro parlare, del loro agire.

E il “ mondo “ che ti mette fuori non sono i “ lontani “ ma sono già i tuoi stessi “ vicini “, i familiari, coloro i quali dovrebbero esserti intimi.

Gesu’ ce lo dice chiaramente in una meravigliosa pagina ( Lc 12, 49-53 ) in cui afferma di essere venuto a portare “ divisione “ e non pace, e che in una famiglia si “ divideranno “ due contro tre e tre contro due, padre contro figlio e figlio contro padre.

E’ questo l’essere cristiani, è questo “ assumere il fuoco “ portato da Cristo: l’essere guidati da questa passione per la Verità, per la Giustizia, che impedisce di vivere nel compromesso, nell’opportunismo.

Chi vive cosi’ non puo’ essere esente da “ tribolazioni “.

Il cristiano vero lo sa e le accetta, è pronto a farle sue perché sa che le ha vissute, prima di lui, Cristo stesso, il quale le ha superate, le ha vinte.

“ Il cielo e la terra passeranno ma le mie Parole non passeranno “.

E’ in questo versetto che il cristiano trova la sua forza, la sua “ speranza contro ogni speranza “.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.