Fabrizio Francesco Campus – Commento al Vangelo del giorno – 25 Giugno 2020

Alla fine della nostra vita, quando ci verrà chiesto conto di come l’avremo spesa, un evento potrebbe sorprenderci: “In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome?

E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. La possibilità di trascorrere un’intera vita tra preghiere, pratiche religiose e vari ambienti ecclesiali e non ottenere che un disconoscimento da parte del Signore, dovrebbe essere come un campanello d’allarme che fa indirizzare la nostra attenzione su ciò su cui stiamo costruendo realmente la nostra vita.

Cosa sto utilizzando come fondamenta della mia vita? Sabbia o roccia? Apparenza o concretezza? Le folle erano stupite dell’insegnamento di Gesù perché le Sue non erano solo parole e quando si vive nella concretezza, è evidente anche agli altri. Nessuno è esente dalle maschere, dalla logica dell’apparenza e dalle sole parole.

Quante volte questo riguarda me per primo… ma noi cosa desideriamo? Ecco, se nel nostro cuore c’è il desiderio di costruire sulla Roccia, affidiamo questo desiderio al Signore e mettiamoci tutta la nostra buona volontà. Non sarà semplice perché costruire qualcosa comporta sempre fatica, ma Dio guarda al cuore prima ancora che al prodotto delle nostre azioni e non lascia mai indietro un figlio che desidera vivere da tale.


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AUTORE: Fabrizio Francesco Campus
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