“La testa di Giovanni il Battista”
Giovanni il Battista si gioca letteralmente la testa nel richiamare Erode ed Erodìade alla fedeltà coniugale. Anche oggi l’insegnamento di Dio sul rapporto uomo e donna,trasmesso attraverso la Chiesa, rischia di apparire un’intrusione, un’ingerenza sulla presunta convinzione che vi sia una libertà personale assoluta di decidere della propria identità sessuale, del modo di vivere i propri affetti e le proprie relazioni. Chi si sente pertanto giudicato, come Erodìade, può essere disposto a qualunque cosa pur di far tacere quelle voci che esprimono pareri ben lontani dalle proprie scelte di vita, che si richiamano ad altri valori morali e fanno riferimento ad una visione antropologica di ben altra natura.
La vicenda di Giovanni il Battista dimostra che ribadire l’insegnamento di Dio nella società ha un costo personale a volte molto elevato, che non fa sconti a nessuno. Ma è un compito imprescindibile che bisogna assumersi per evitare una serie di conseguenze sociali prevedibili e imprevedibili. La verità non può scendere a compromessi con il politicamente corretto, ma va ribadita percorrendo tutte le vie di dialogo possibili, anche se a volte si è costretti alla solitudine, all’emarginazione o ad ogni altra forma di vendetta. Senza la fede, non solo sarà difficile proclamare alcun tipo di verità , ma si rischia di fuggire anche dal proprio compito, dal ruolo profetico che Dio stesso chiede di rappresentare in sua vece.
In breve
Senza la fede non solo è difficile affermare in modo netto l’insegnamento di Dio, ma è anche più facile lasciarsi trasportare da quelle convinzioni sociali che hanno solo la parvenza di garantire le libertà inviolabili dell’individuo.
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