don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 11 Aprile 2020

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Sabato Santo
Il dolore accompagnato dal pianto, ora cede il passo alla morte e al silenzio. Davanti alla croce di Gesù era raccolta tutta l’umanità: i crocifissori, gli amici, la folla a tratti curiosa e chiassosa, a tratti indifferente e silenziosa. Davanti al sepolcro non c’è nessuno, solo delle guardie stanche e assonnate. La morte come sempre induce l’uomo a riflettere sul senso della vita, sul valore del quotidiano, delle sofferenze, dei sacrifici e delle fatiche. Ma la morte di Gesù porta un pò più in là. Scuote addirittura la fede dei discepoli sul Regno, sulla vita eterna, sulla potenza del Padre. Il sabato santo è quell’eterno bivio in cui è collocata continuamente la fede di tutti i credenti. Da un lato l’attesa, la speranza del compimento della Sua parola e delle Sue promesse, dall’altro lato la prospettiva del fallimento, dell’illusione, di aver camminato invano. In questo sabato santo “liturgico” ci sono tutti quei “sabato” di dubbio, di esperienza del fallimento che è la vita a celebrare e che ci chiama a presiedere come celebranti principali. In questo sabato Gesù scende negli inferi, ti precede nelle cadute più terribili per farsi trovare proprio lì dove tu temi di smarrire ogni cosa, addirittura te stesso.

In breve

Il silenzio assordante del sabato santo è il momento più drammatico del discepolo perchè pone anche la fede in un bivio: se continuare a credere nella Sua parola e nelle sue promesse, o accogliere la prospettiva del completo fallimento.

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