don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo di oggi a 24 Maggio 2019 – Gv 15, 12-17

“Io ho amato voi…, Io vi chiamo amici…, io vi ho fatto conoscere…, io ho scelto voi”. Gesù ricorda ripetutamente ai suoi apostoli che il centro e la sorgente di quello che essi sono e di ciò che sono chiamati ad essere è lui. In poche righe è racchiuso tutto il programma di vita di Gesù a favore dei suoi discepoli. Tutto ciò che il Signore ha fatto per loro nasce dal suo cuore che ama.

Gli apostoli non sono dei semplici esecutori di ordini senza che sappiano cosa il Signore faccia di loro (traduzione, forse un po’ libera, ma che a mio parere rende meglio). I servi ignorano ciò che il padrone sta facendo, quali sono le sue reali intenzioni, quali scopi vuole raggiungere attraverso gli ordini che imparte. Gesù invece è chiaro nel confidare a coloro che chiama amici quale è il fine del suo amore più grande, a cosa punta la sua predilezione nei loro confronti.

Gesù ama di un amore più grande di quello di cuoi sono capaci gli uomini e perciò dona la vita a coloro che vuole costituire amici. Gesù è lo sposo che versa il suo vino ai suoi amici perché condividano la sua gioia. Dalla croce Gesù ha versato lo Spirito Santo nel cuore dell’uomo. San Paolo spiega così la grandezza dell’amore di Dio: “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi…

Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita” (Rm 5, 5-10). Gesù sulla croce rivela il volere del Padre di fare di tutti gli uomini i suoi amici. Egli versa il suo sangue, simbolo della Vita, il dono dello Spirito Santo, perché i nemici siano trasformati in amici, e gli empi in figli riconciliati. Gli amici di Gesù non sono quelli che lo hanno scelto come guida e capo, ma sono coloro che ricevendo da Lui il dono della Vita diventano testimoni viventi del suo amore divino perché resi capaci di amare, non come amano se stessi, ma come sono stati amati da Cristo.

Nell’amore misericordioso vicendevole si rende presente ancora oggi il Signore. Come il frutto è portato dall’albero e la sua funzione è quella di essere mangiato e gustato, così il frutto che gli amici di Gesù sono chiamati a portare nel mondo per farlo gustare è attinto dal cuore di Dio e offerto soprattutto ai nemici perché nella riconciliazione diventi amici fraterni. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

Commento a cura di don Pasquale Giordano

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FonteMater Ecclesiae Bernalda

La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

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Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 12-17

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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