don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo di oggi 24 Agosto 2019

Dio ci conosce senza giudicarci

SAN BARTOLOMEO

Natanaele era un uomo che conosceva le Scritture e in nessuna di esse aveva mai sentito parlare di Nazaret per cui alla notizia recatagli da Filippo s’interroga se effettivamente Dio potesse far sorgere il Messia da un villaggio sconosciuto. 

La testimonianza di Filippo e quella biblica sembrano essere in disaccordo. Le attese messianiche di Natanaele erano quelle di ogni Israelita che ambiva al riscatto dalla dipendenza della potenza romana. Quanto distante doveva apparirgli l’anonimo galileo dall’immaginario popolare, di cui era impregnato, alimentato dalle profezie apocalittiche, tuttavia, superato anche il legittimo dubbio, si lascia condurre da Gesù. 

Qualcosa cambia quando si passa dal sentir dire all’ascoltare e dal vedere all’essere visto. Quando finalmente Natanaele incontra Gesù e parla con lui scopre di essere conosciuto molto più profondamente di quanto lui stesso si conosca. 

La Scrittura rivela il suo senso pieno quando, superando quello che abbiamo compreso, che spesso corrisponde a quello che vogliamo e possiamo capire, incontriamo Colui che ci parla perché ci conosce da sempre e intimamente, senza giudicarci. 

Nell’incontro con Gesù Natanaele si sente amato, cioè conosciuto nell’intimo. La sua professione di fede entusiasta nasce dalla scoperta di essere stimato, non per i suoi meriti, ma per quello che è. 

Dalla consapevolezza di essere conosciuto senza essere giudicato nasce la fede di Natanaele che fiorisce sulle sue labbra come testimonianza gioiosa. Tuttavia la sua fede dovrà maturare perché non può limitarsi a una proclamazione ma deve fruttificare in scelte di vita conformi al modello che Gesù mostrerà sulla croce. 

Il percorso di Natanaele ci spinge a verificare la nostra fede che spesso, oltre ad essere scarsamente biblica, si ferma a quelle poche nozioni apprese al catechismo o a scuola. Filippo è l’immagine della Chiesa che ha il compito di dare il primo annuncio, ma anche di guidare all’incontro personale con Gesù. 

Come Natanaele, anche noi, conoscitori della Bibbia, dovremmo osare lasciare le nostre precomprensioni e pregiudizi per entrare in un dialogo a tutto tondo con il Signore. 

Solo così potremo rimanere a bocca aperta per lo stupore e aprirla per fare una vera professione di fede coniugata con un’operosa testimonianza di carità. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

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Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1, 45-51

In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».

Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

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