don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo di oggi 21 Settembre 2019

“Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”

SAN MATTEO

Uno sguardo e una parola insieme, quelli di Gesù, cambiano la vita a Matteo che da esattore di tasse diventa discepolo di Cristo. Si tratta di uno sguardo e di una parola che nascono dal cuore di Dio che ama e vuole raggiungere ogni uomo per renderlo felice.

Matteo racconta nel suo vangelo il momento in cui la sua vita ha avuto una svolta decisiva incontrando Gesù. Si è sentito cercato, desiderato, oggetto di un’attenzione con non lo ha soggiogato, ma affascinato, fino al punto di lasciare ciò a cui era legato per giocarsi la sua vita con Gesù accettando il suo invito. 

All’origine della novità di vita c’è la chiamata di Dio preceduta dal suo sguardo pieno di amore. La vocazione è una chiamata a vivere. La risposta di Matteo è immediata come il passaggio dalla vita alla morte e dalla morte e alla Vita nella risurrezione. Quella di Matteo fu l’inizio della vita nuova, della vita da risorto; egli che ara assoggettato alle leggi dell’economia diventa l’amministratore del tesoro più bello che un uomo possa avere: l’amicizia con Gesù.

Seguire Gesù non significa condannarsi alla solitudine, ma regalarsi la possibilità di godere della compagni dei fratelli. Gesù strappa Matteo dal tavolo delle imposte, dove era seduto ad esigere, per farlo sedere a mensa lì dove il vero Signore non è colui che riceve i servigi, ma quello che offre se stesso in sacrificio insieme con Gesù.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

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Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9, 9-13

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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