don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 8 Giugno 2020

Lezione di felicità

Lunedì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Nel Vangelo di Matteo Gesù è presentato come Maestro che, però, non offre insegnamenti filosofici e non parla tanto alla testa o alla pancia, ma al cuore dell’uomo. Quando si parla di Gesù, senza aver letto con gli occhi della fede i suoi insegnamenti, lo si confonde con un maestro di morale o come il mito costruito dai suoi seguaci per fondare su un personaggio famoso e autorevole l’istituzione chiesa che lui in realtà, dicono i presunti esperti storici, non aveva intenzione di inaugurare. 

Il primo dei cinque insegnamenti presenti nel vangelo di Matteo si apre con un discorso sulla felicità. Gesù non elenca una serie di condizioni etiche attraverso le quali l’uomo può raggiungerla, ma rivela che la felicità è a portata di mano perché è Dio che si fa prossimo. Felice non è l’uomo che realizza sé stesso raggiungendo gli obbiettivi che si pone nella vita, ma è colui che vive la relazione personale con Dio e con gli altri. La felicità è più che appagamento e sazietà! Anzi, direi, che la sazietà è l’inizio della infelicità perché è il principio della solitudine. Chi è pieno di sé ed è concentrato solo su sé stesso non scopre la bellezza racchiusa nella relazione d’amore, quella che si rivela soprattutto quando si sperimentano i propri limiti, le proprie insufficienze e fragilità e al contempo si è accompagnati, curati e aiutati, non per interesse ma per amore. 

Felice chi si lascia amare da Dio, cioè chi accoglie e fa fruttificare i suoi doni, chi si fa consolare nel dolore, chi si alimenta della Parola per rimanere fedeli alla giustizia e alla misericordia. Felice chi incontra Dio tra le pieghe e le piaghe della propria vita perché egli sentirà germogliare nel cuore l’impulso dello Spirito che lo spinge a perdonare, a non giudicare, a trovare punti di accordo e a rispondere col bene al male ricevuto. 

La felicità non è un premio che riceveremo alla fine se saremo buoni, zitti e fermi, ma è il regalo che la vita ci offre se, nella gioia e nel dolore, apriamo il cuore a Dio e lo ospitiamo con gentilezza e familiarità, se, come bambini, ci abbandoniamo al suo abbraccio materno e ci lasciamo sollevare alla sua guancia di Padre.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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