don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 4 Dicembre 2020

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

La fede dirada le tenebre per andare incontro alla Luce che viene 

Mentre Gesù è sulla strada per tornare a casa, due ciechi lo seguono invocando pietà. Sembra esserci un’incongruenza nella narrazione: come fanno due ipovedenti a vedere la strada, e ancora, come fanno a seguirlo se sono ciechi? Questo particolare della narrazione descrive il modo in cui la comunità cristiana (ecco il significato del numero due) vive la sequela a Cristo: cammina sì, ma nel buio della poca fede. È la speranza riposta in Gesù, che non vedono, a dirigere i passi dei due ciechi spingendoli ad entrare in casa sua e ad accostarsi a Lui.

Una cosa, nonostante la loro cecità fisica, hanno visto bene: il loro limite, ma anche quella vita che c’è oltre e che li aspetta come protagonisti. “Credete che io possa fare questo?”. La domanda di Gesù induce a rendere esplicita la fede: sì, i due ciechi confidano in Gesù e nel suo potere di perdonarli, di renderli liberi e consapevoli delle loro scelte di vita. Essi credono che Gesù può ridare loro la luce e cambiare radicalmente la vita. Aprire gli occhi non significa solo attivare la capacità visiva, ma soprattutto far passare la luce del vangelo nell’ esistenza quotidiana per fare della propria vita un capolavoro. Perché ciò accada, bisogna umilmente lasciarsi toccare da Dio. 

Signore, anche se a tentoni e per tentativi, ti seguo lasciandomi guidare dal desiderio di amore e felicità che spesso confondo con il piacere e la gratificazione. Per non perdermi grido: abbi pietà di me, ricordati di me! 

La Parola cambia la vita

Lasciarsi toccare da Gesù trasforma profondamente la nostra vita, ma questo richiede un costante e graduale itinerario formativo. È così per noi? Su cosa si fonda il nostro cammino ordinario di crescita nella fede? Quali sono i punti fermi?

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