don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 25 Settembre 2020

La preghiera è fede celebrata, pensata e vissuta

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

La preghiera è un modo di essere davanti a Dio e determina la postura spirituale nella relazione con gli altri. Prega chi si pone di fronte al Signore nudo, ovvero senza armature di difesa o travestimenti. Così Gesù prega il Padre. È una intimità tale da rendere la conoscenza di sé e dell’altro trasparente. Nella preghiera Gesù scopre la sua identità e gradualmente matura anche il modo nel quale realizzarla. Pregando non si sprecano le parole, ma ci si fa guardare da Dio e così si assimila il suo stesso sguardo su di sé. Dio, che mi conosce da sempre, mi chiama per nome, come un Padre o una madre fa con il suo figliuolo. Come quello di Dio lo sguardo contemplativo coglie la verità, il valore intrinseco del mondo creato che ci circonda, degli altri riconosciuti come fratelli e di noi stessi, figli dell’unico Padre.

Può capitare che l’identità che scegliamo di assumere è quella che gli altri ci affidano, come una divisa che non è cucita su misura, ma nella quale si è costretti ad entrare adattandosi con non poche forzature. I personaggi, per quanto siano riconosciuti grandi e di valore, rimangono nella loro unicità, come lo è Gesù, il Cristo di Dio. La propria identità non si delinea conformandosi a “modelli” o schemi o aspettative umane, ma costruendo giorno per giorno legami pregni di umanità e fiducia. Si scopre giorno per giorno chi si è entrando in una relazione dialogica con Dio e con gli altri

Contestualmente al graduale chiarimento dell’identità e dei legami con gli altri, man mano matura anche la propria missione. Essa non è un semplice incarico, ma è il fine per il quale vivere. La missione trasforma i legami, che si creano per tanti motivi, in armoniosa solidarietà con gli altri uomini che imparo a chiamare fratelli. 

Perché il silenzio imposto da Gesù? Perché la verità non è dire ciò che si pensa ma pensare quello che si dice. La fede prima di essere professata, va pensata. La teologia è la fede pensata che non è un’esclusiva di pochi ma è un compito al quale Gesù chiama tutti a partire dai suoi discepoli. Solo se la fede è pensata si prende coscienza della propria dignità di figli di Dio e si discerne il modo come vivere concretamente la propria missione e il servizio.

Gesù, pregando, ci insegna che la preghiera è fede celebrata, pensata e vissuta.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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