don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 21 Novembre 2019

Nella preghiera consoliamo il pianto di Dio

Presentazione della Beata Vergine Maria

Scendendo dal monte degli Ulivi verso la valle del Cedron s’incontra una piccola cappella la cui forma richiama quella di una lacrima e prende il nome di Dominus flevit – Il Signore pianse. Da quel punto Gesù ha visto Gerusalemme con al centro il maestoso tempio fatto ricostruire da Erode il Grande. Lo sguardo di Gesù è quello dello sposo che però non si compiace della bellezza della sua sposa, ma piange la sua malattia che l’ha deformata e l’ha sta portando alla morte. Gesù fa un lamento funebre. Gli occhi di Gerusalemme sono spenti come quelli di chi non è più cosciente. 

Gerusalemme, immagine del popolo d’Israele, ha perso la sua identità di città della pace perché ha estromesso dal suo cuore la presenza di Dio preferendo barattarla con surrogati di felicità. Gesù annuncia l’inizio della fine, mette in luce la corruzione spirituale e morale che è nascosta sotto le inutili e false ritualità che di religioso hanno solo il nome. Così solo nominalmente la fede ebraica aspettava il messia di Dio, infatti, una volta arrivato il tempo della sua venuta non è stato accolto. 

Dio non si è mai allontanato dall’uomo e quando l’uomo lo estranea Lui gli si fa ancora più vicino nella sua miseria. 

Nel pianto di Gesù si rivela il dolore di Dio che sente la mancanza dell’amore dell’uomo. Veramente l’uomo che rifiuta Dio lascia nel suo cuore un vuoto incolmabile, una ferita aperta. 

Oggi, la visione del pianto di Gesù, ci porti a stargli vicino e a consolarlo, come faremmo con una persona il cui dolore ci commuove perché ci coinvolge. 

Sentire il dolore di Dio ci aiuterà a sentire vero dolore per i nostri peccati, per le ferite che provocano le nostre parole e la superficialità con la quale a volte trattiamo quelli che ci stanno più vicini. Usare tenerezza nei confronti di Gesù ci aiuterà a superare il senso di fastidio che a volte suscitano gli atteggiamenti ed espressioni dei fratelli che incontriamo. Nel fratello e nella sorella che turba le nostre abitudini, che ci scomoda, che ci distrae dai nostri interessi, c’è Gesù che attende di essere riconosciuto al di là della sua “utilità” e la sua “santità”. Ci apparirà certamente meno fantastico come le immaginette patinate e più realmente vicino fino al punto di sentirne il calore, l’odore e la voce.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!     

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
 

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 41-44 In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Parola del Signore

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