don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 17 Novembre 2020

Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Guardare il mondo dal basso 

Zaccheo, al contrario del povero cieco che mendicava lungo la strada, era ricco; non chiedeva l’elemosina come il suo concittadino più sfortunato ma esigeva le tasse sulle quali lucrava. Anche lui sa che Gesù era Gerico e la stava attraversando. Coglie l’occasione per soddisfare la curiosità di vederlo, ma la folla gli fa da muro, come precedentemente la gente aveva cercato di zittire il cieco che gridava verso Gesù per attirare la sua attenzione. Come quest’ultimo non si era lasciato intimorire dalla folla ma aveva gridato ancora più forte, così Zaccheo non si dà per vinto e per superare l’handicap della sua basa statura sale su un albero. Il cieco in cuor suo sa che il Figlio di Davide è lì per guarirlo Zaccheo sa solamente che Gesù deve fare quella strada.

Zaccheo è uno di pubblicani e peccatori che erano attirati da lui, non già per un bisogno particolare, come poteva essere quello del cieco, ma dalla curiosità. A ben vedere anche questa è una forma di “ispirazione” dello Spirito Santo. Pure Zaccheo, benché sia considerato l’emblema del peccatore, dirà Gesù, è figlio di Abramo e come tale ha ricevuto per grazia la promessa, cioè il dono della speranza. Anche se non ne è consapevole, anche il capo dei pubblicani di Gerico, come tutti coloro desiderano incontrare Gesù, è mosso dallo Spirito. Alla luce di questa verità, celata tra le righe del racconto e che poi viene portata alla luce dalle parole di Gesù, anche noi siamo chiamati a discernere i nostri desideri e a distinguere le nostre speranze per riconoscere quelle che sono ispirate dallo Spirito e quelle che appartengono alla carne. Zaccheo è un peccatore come tutti perché ha in sé stesso la tendenza all’avidità, a porre le sue certezze nei beni terreni. Tuttavia, è anche figlio di Dio nel quale abita lo Spirito. 

Gesù si ferma sotto Zaccheo e alza lo sguardo come quello del servo sottoposto al suo padrone. Zaccheo incontra lo sguardo di Gesù che, pur essendo ricco si è fatto povero e pur essendo Signore del mondo si è abbassato alla condizione di servo dell’uomo. In quello sguardo e nelle parole che Gesù gli rivolge, Zaccheo scopre un mondo totalmente nuovo in cui è rovesciato l’ordine dei valori. Gesù lo invita ad entrare nel suo Regno in cui il più potente non è chi comanda ma chi serve e grande non è colui che più possiede, ma quello che più ama. Infatti, Egli viene non per esigere ma per servire, per-donare, per dare la sua vita. Gesù è quel pastore che va in cerca della pecora sperduta per recuperarla e riportarla a casa e che poi fa festa insieme con gli amici. Zaccheo incontrando Gesù, comprende che arrampicandosi sugli altri per salire i gradini della scala economica e sociale non gli procura la stessa gioia dello scendere per fermarsi insieme con i fratelli, aprire la sua casa ai più bisognosi e condividere i suoi beni con i poveri. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!

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