don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 10 Luglio 2020

L’amore è l’unica ragione per amare

Venerdì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Gesù è uno strano motivatore, anzi fa dei discorsi che vanno nella direzione opposta al convincimento di seguirlo nella missione. In fondo però dobbiamo ricordare che Gesù condivide con noi ciò che il Padre gli dice. Tutti i dubbi e i rilievi che noi muoveremmo a Gesù, lui li ha mossi verso il Padre. Forse è proprio questa la funzione mediatrice di Gesù. Da una parte egli dialoga col Padre da figlio-uomo e dall’altra con noi da fratello-Dio. Nelle parole di Gesù sentiamo l’eco di quelle del Padre che gli prospetta non scenari esaltanti, ma offre prospettive preoccupanti. Qual è l’orizzonte delineato da Dio? Certamente tiene conto della natura dell’uomo tendenzialmente portato al male. Il suo cuore facilmente si lascia guidare dall’orgoglio e dall’egoismo per cui diventa aggressivo e possessivo. L’immagine dei lupi rapaci riflette la tendenza dell’uomo all’avidità che può raggiungere anche livelli famelici. Il nostro mondo è segnato da una conflittualità diffusa che pervade ogni ambiente, da quello in cui dovrebbe regnare la giustizia, come il tribunale, a quello in cui, come la sinagoga, dovrebbero echeggiare le parole di Dio non certamente i fendenti e le scudisciate inferte dai calunniatori. Persino l’ambiente domestico, che dovrebbe essere il rifugio più sicuro, diventa scenario di lotte senza esclusioni di colpi. 

In questo mondo dove regna la guerra in cui non ci sono vincitori e vinti ma solo vittime Dio manda suo Figlio, agnello in mezzo a lupi, e con lui coloro che si uniscono a Gesù nella sua missione. Davanti a questa prospettiva in cui le percentuali di successo sembrano essere tendenti allo zero, quale è la motivazione sulla quale si regge la missione? Non può che essere l’amore, quello che spera contro ogni speranza, che persevera nella sofferenza e che entra con fiducia anche nella morte. L’unica ragione che spinge ad amare è l’amore stesso. Davanti alla prospettiva dell’insuccesso risplende in tutta la sua disarmante semplicità l’amore come unica e assoluta ragione che sostiene la missione di Gesù e dei cristiani. Dio per amore accetta di morire. Non si sceglie di morire e la missione raggiunge il suo vertice il suo vero successo quando la sofferenza e la morte stessa, ove arrivi, sono vissute come una scelta di amore. Il martirio è il compimento della missione perché è il momento nel quale più ci si unisce a Dio nell’amare donando la propria vita.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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