don Mauro Leonardi – Commento al Vangelo del 23 Febbraio 2019

Per annunciare la sua morte e resurrezione Gesù sceglie un momento in cui dedicare del tempo ai discepoli a lui più vicini: come dire che la strada per la verità, per la trasfigurazione dell’umanità nella divinità presenti nella sua stessa persona, è un itinerario di fede che può essere percorso solo a partire dall’intimità, dall’amicizia con Lui, che ci prepara al sovrabbondare di un Mistero di misericordia che non possiamo comprendere appieno

Penso al tuo splendore

Ho sentito tante volte questo racconto.
Ho sentito tante volte il racconto di quella luce, di quello splendore.
Ogni volta che stendo ad asciugare un panno che ho lavato.
Penso a quel bianco, a quello splendore che eri tu su quel monte.
E mi fermo.
E mi commuovo.
Penso al tuo splendore.
Sono anche gelosa.
Avrei voluto esserci.
Contemplarti.
Ma ora sei qui.
Ogni giorno con me.
Un giorno capirò tanto splendore.

Su un monte.
In disparte.
Da soli.
Ci vuole intimità per vedere cosa c’è in un uomo.
Ci vuole del tempo da soli per svelarci chi siamo.
Per vedere Dio in un uomo.
Ci vuole intimità.
Da soli, a tu per tu.
Con pochi.
E poi solo sguardi e luce.
Poche parole.
Dall’alto.
Da ascoltare.

Se vuoi Dio, stai un po’ solo con Gesù, seguilo in disparte.
E apri gli occhi.
Eccolo Dio.
È nella luce.
Eccolo Dio.
È nei passi accanto a te.
Scende con te.
Torna a casa con te.

Non ho bisogno di una capanna.
Io ho una casa con te.
È la mia vita.
È lì che tu abiti.

Vangelo del giorno:

Mc 9, 2-13
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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