don Mauro Leonardi – Commento al Vangelo del 1 Maggio 2019 – Gv 3, 16-21

La misericordia del Padre trova come unico limite la libertà del nostro cuore. Chiediamo a Maria che ci doni la sua volontà di dire di sì e di farci strumenti della volontà del Padre.

Ora tocca a me

Non si manda il proprio figlio unigenito per condannare, avevo già le leggi per questo.
Per salvare un uomo ci vuole un uomo, e Dio mi ha dato te.
Per vincere la morte ci vuole Dio, eterna vita, e Dio mi ha dato te.
Per salvare, per essere salva, per vivere per sempre, ci vuole l’amore.
E Dio mi ha dato te, amore mio.
Ma ora tocca a me.
Per amare me ci voglio anch’io.

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Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3, 16-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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