don Manuel Belli – Commento al Vangelo del 24 Marzo 2021

Gesù si rivolge a quei Giudei che hanno creduto in lui: quando infatti Gesù ha presentato se stesso come colui che fa sempre le cose che sono gradite a Dio, l’evangelista commenta che “a quelle parole molti credettero in lui”. Ma la relazione si fa subito carica di tensione: a coloro che hanno creduto in lui, Gesù racconta che la sua parola li farà liberi.

E qui si alzano subito le difese dei suoi interlocutori. Perché finché si parla di teologia, di dare opinioni su Gesù, sono anche disposti a credergli. Ma quando si parla di loro stessi, tutto diventa più difficile. E il testo arriva a dei paradossi: per dimostrare che non hanno bisogno di nessuna liberazione sostengono di non essere mai stati schiavi di nessuno, il chè per il popolo ebraico, che nasce dalla liberazione dall’Egitto è palesemente falso. Poi prima sostengono di essere discendenza di Abramo, poi si appellano direttamente alla figliolanza divina. Sembrano scappare dalla questione, non vogliono lasciarsi definire da Gesù.

Finchè si tratta di fare conversazione su Gesù ci stanno, ma quando Gesù mette in questione la loro identità si irrigidiscono. Quando ci toccano la questione della libertà andiamo in affanno: chi vive forme serie di dipendenza spesso arriva a diventare un mentitore cronico e a negare l’evidenza. Ma tutti abbiamo quei tratti faticosi che facciamo fatica a riconoscere, talvolta a noi stessi. Ma solo quando inizi a prendere in mano quei pezzi di vita che chiedono liberazione, e li consegni al Signore, allora stai passando da una appartenenza religiosa alla fede.


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