don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 3 Settembre 2019


<<Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità>>. La forza della parola di Gesù non consiste  nella persuasione ma nella credibilità che emana il suo insegnamento. Gesù mostra come la parola ha autorità quando chi la pronuncia crede davvero a quello che sta dicendo.

In questo senso la parola di Gesù è diversa dalla parola di chiunque altro. Anche per noi cristiani dovrebbe valere lo stesso principio. La nostra parola è autorevole non perché noi siamo sempre dei buoni esempi, ma perché al di là di quanta fatica facciamo a vivere in prima persona ciò che annunciamo, non indietreggiamo nel credere davvero a quello che stiamo dicendo.

È un po’ come dire: <<So che è vero, e anche se io per primo faccio fatica a viverlo, credo comunque fermamente che quello che ci insegna il Vangelo rimane assolutamente vero>>. Offriamo così al mondo dei testimoni, non dei buoni esempi. I testimoni sono coloro che non nascondono la fatica che fanno nel vivere una cosa vera, e sono di estremo incoraggiamento perché umanizzano la proposta cristiana facendone trasparire la gradualità.

I buoni esempi invece, mostrando solo la buona riuscita di qualcosa, fanno nascere sensi di colpa perché fanno percepire agli altri solo quanto sono distanti da ciò che è vero, mentre loro invece ci sono riusciti, come se fossero migliori ed eccezionali.

La parola di Gesù è una parola autorevole, come dovrebbe essere la parola di ogni vero cristiano, e ciò lo si vede da quanto essa è capace di stanare il male dal fondo della nostra vita: <<C’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: “Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!”>>.

Quando incontri qualcosa di vero, ciò che è finto crolla. Per seguire Gesù bisogna lasciarsi rovinare nella nostra parte finta e invischiata con le logiche mortifere del male. <<Gesù gli intimò: “Taci, esci da costui! “. E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male>>.

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Io so chi tu sei: il santo di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 4, 31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Parola del Signore

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