don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del Giorno – 3 Aprile 2020 – Gv 10, 31-42

«I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?”. Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”».

Ancora una volta il Vangelo ci mette davanti a ciò che di scandaloso Gesù è venuto ad annunciarci. Finché lo prendiamo sul serio solo nella sua umanità, nelle dinamiche relazionali, nella lettura orizzontale della sua vita e del suo messaggio, Cristo è utile ma fondamentalmente innocuo. Ma ciò che fa di lui qualcosa di diverso è proprio la Sua divinità.

Gesù non è solo veramente uomo ma è anche veramente Dio. Noi cristiani lo dimentichiamo molto spesso. Non ci scontriamo molto con questo scandalo, e ciò lo si vede dal fatto che di lui ci prendiamo solo ciò che ci conviene, ciò che ci serve, ciò che possiamo capire e utilizzare a nostro vantaggio.

Essere cristiani significa pensare la propria vita a partire dalla totalità della persona di Gesù, cioè dalla sua umanità e dalla sua divinità insieme. Se Gesù è Dio tutto cambia per noi. Il suo insegnamento non è solo valido perché utile in termini esistenziali, ma è valido perché ha una profondità più grande della nostra semplice esistenza.

Amare, allora, non è più un precetto ma una via di cielo che egli ci ha lasciato. Tutto di lui è letto in maniera diversa se viene considerato nella sua interezza. Ma forse ciò che colpisce di più di questo brano è la parte finale del racconto: <<Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: “Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero”. E in quel luogo molti credettero in lui>>.

In fondo è vero, Giovanni non ha fatto nessun miracolo, o almeno nessuno ce n’ha portato testimonianza, ma il grande miracolo di Giovanni consiste nel fatto che tutto quello che ha detto di Gesù era vero: <<Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo>>.

Commento di don Luigi Maria Epicoco al Vangelo di Gv 10, 31-42.

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