don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2019 – Lc 16, 19-31

“C’era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; e c’era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco”.

Quello che può sembrare l’inizio di una storia qualunque, una parabola, è ahimè la trama di una storia che da sempre attraversa il mondo. L’ingiustizia con cui questa parabola ha inizio è tra le cose più scandalose che ancora ci portiamo appresso. Siamo cresciuti, evoluti, tecnologizzati ma i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. C’è chi vive divertendosi splendidamente, e chi sta alla porta a bramare briciole e avanzi per poter sopravvivere.

Il vangelo di oggi accende un faro su questo scandalo, ma a differenza di molti lettori superficiali, Gesù e il vangelo non danno mai letture politicizzate della realtà. Gesù è di un realismo estremo nel raccontarci la realtà ma non invita il povero Lazzaro a imbracciare le armi e a prendersi con la forza ciò che non ha. Spinge invece a un profondo esame di coscienza chi sta dalla parte del ricco e che non si accorge neppure della sofferenza di Lazzaro. La richiesta di Gesù non è la rivoluzione ma la conversione.

È spingere alla guarigione l’indifferenza del ricco epulone. Infatti soltanto una vera conversione di ognuno cambierebbe anche la storia. Le cose non le si cambia solo perché si cambiano i sistemi. È il cuore dell’uomo l’unica vera grane rivoluzione che potrà cambiare anche la storia. Che è un po’ come dire che se cambio io, ho cominciato a cambiare il mondo. Il vero problema però è che non ho molto tempo, ho solo il tempo che mi rimane di questa vita. “”Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo luogo di tormento”. Abramo disse: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli””.

Che è un po’ come dire: “hanno una testa e un cuore anche loro; che ascoltino quelli e arriveranno a capire ciò che molto spesso non si capisce”.

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Vangelo del giorno

Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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