don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 10 Maggio 2019 – Gv 6, 52-59

<<Come può costui darci la sua carne da mangiare?>>. I Giudei hanno perfettamente ragione a discutere su una simile affermazione da parte di Gesù. Ma nessuno può capire ciò che Gesù sta dicendo applicando semplicemente la logica. Serve un dono per comprenderlo. Serve il dono della fede. La fede infatti è il dono di capire per esperienza ciò che Gesù sta affermando a parole.

La fede è fare esperienza del paradosso che Gesù consegna dicendo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”.

Ogni nostro tentativo di spiegare per discorsi ciò che Gesù afferma è destinato a diventare o eresia o esempio fallito. Infatti ci sono cose che si possono solo vivere, e che si comprendono solo a partire dalla vita stessa. Il miglior modo di capire l’Eucarestia è accostarsi ad essa. Esattamente come per una pianta, il miglior modo di capire l’acqua è lasciarsi annaffiare.

Misteriosamente quella pianta, per un processo che non è visibile ma concreto, comincia a vivere grazie a quell’acqua. In un certo senso, nella logica interiore, che è un posto concreto di noi, cominciamo a capire cosa significa vita, proprio perché ci lasciamo nutrire dal Corpo e dal Sangue di Cristo.

Man mano che andiamo avanti nella vita ci accorgiamo che la logica del dono presente concretamente nell’Eucarestia, trasforma tutta la nostra vita fino al punto da farci vivere non più rivolti verso noi stessi, secondo una logica intro versa ed egoistica, ma verso l’esterno, secondo una logica estroversa e di dono. Comincia a diventare vera e comprensibile quell’affermazione di Gesù che ci riporta San Paolo: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.

Comincia a diventare comprensibile che Gesù non stava parlando di sé in maniera figurata ma che parlava realmente di sé in un modo che nessuno poteva comprendere se non per grazia ed esperienza.

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La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 52-59

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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