don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 1 Dicembre 2019

I cieli hanno nuova dimora. I cieli sono qui. Non servono grandi ragionamenti. Non serve denaro. Non serve strategia o pubblicità. Serve solo di avere gli occhi aperti. Serve quella semplicità di cuore che sa accorgersi delle cose. Serve l’attesa, perché solo per chi attende arriva qualcosa. E per noi è più vero ancora perché solo per chi attende arriva Qualcuno. Così la nostra preghiera si fa cortissima, come un respiro che sussurra continuamente Maranathà, Vieni Signore Gesù.

Noi siamo la nostra attesa. È questo che dobbiamo ricordarci alle porte dell’Avvento. Il vero giudizio sulla nostra vita non lo danno i nostri successi o fallimenti, ma le nostre attese. Perché sono esse a dare linfa alle nostre giornate.

Chi non ha attesa non ha voglia neppure di vivere.

Ma è vero anche che non tutte le attese sono per noi. Ci sono attese troppo piccole, troppo mediocri per reggere la sete di felicità che ci portiamo nel cuore. È come quando qualcuno ha molta sete e si accontenta di passarsi un fazzoletto bagnato sulle labbra. Certe seti hanno bisogno di cisterne d’acqua; hanno bisogno di fiumi interi per poter avere qualche effetto.

Ecco perché ciascuna delle nostre vite dovrebbe avere in fondo una grande attesa. L’Avvento serve a questo, a ricordarci quanto siamo assetati e quanto Dio ha preso sul serio la nostra sete di senso. E non è altrove la risposta a questa sete. Non è nell’aldilà. Non è domani. Questa risposta è qui ed ora. È ad un palmo dal nostro naso.

È nella fragilità di un bambino povero, nato esule, figlio di povera gente, riconosciuto da altri poveri e trovato dagli intelligenti venuti dall’oriente, ma tenuto lontano ai potenti, ai superbi e ai violenti. Erode non lo vedrà mai pur regnando su di lui.

Questo bambino non ha mai smesso di stare nella storia, anche nella nostra. Fino alla fine del mondo Dio rimarrà compromesso con ogni angolo oscuro di spazio e di tempo. I cieli hanno nuova dimora. I cieli sono qui. Non servono grandi ragionamenti. Non serve denaro. Non serve strategia o pubblicità. Serve solo di avere gli occhi aperti. Serve quella semplicità di cuore che sa accorgersi delle cose.

Serve l’attesa, perché solo per chi attende arriva qualcosa.

E per noi è più vero ancora perché solo per chi attende arriva Qualcuno. Così la nostra preghiera si fa cortissima, come un respiro che sussurra continuamente Maranathà, Vieni Signore Gesù.

Fonte – Agen SIR

Commento di don Luigi Maria Epicoco.


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Letture della
I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA

Prima Lettura

Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.Dal libro del profeta Isaìa

Is 2,1-5

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.

Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli,
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».

Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.

Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.

Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 121 (122)

R. Andiamo con gioia incontro al Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! R.

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. R.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. R.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. R.

Seconda Lettura

La nostra salvezza è più vicina.Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Rm 13,11-14a

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.

La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 24,37-44)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

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