don Giovanni Vassallo – Commento al Vangelo del 14 Luglio 2021

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È molto bello vedere come i genitori, quando hanno iniziato qualcosa di davvero grande, trasmettano tutta la loro esperienza ai loro figli affinchè possano farsi carico dell’impresa familiare e farla crescere di importanza e grandezza. Qualcosa del genere dice Gesù di suo Padre Dio: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio».

Non si può capire la vita di Gesù, se non come la vita del Figlio di Dio nella sua perfetta unità con il Padre. E una delle più grandi ricchezze che ci ha regalato con la sua incarnazione, è stata certamente l’averci fatto conoscere il Padre, il Dio che nessuno prima aveva mai contemplato: «Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (Gv 1, 18).

Quando, nell’ultima cena, Filippo gli chiede: «Signore, mostraci il Padre e ci basta», Gesù gli risponde: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14, 8-9). Quando dubitiamo della vicinanza e della bontà di Dio possiamo tornare a contemplare, in questa pagina del Vangelo, la vita e il cuore di Gesù: lì troviamo la consolazione di un Padre che ci ama come figli unigeniti.

La scoperta della nostra filiazione divina è il regalo di Dio in Gesù Cristo. San Josemaría raccontava così come lo ha sperimentato nell’autunno del 1931: «Ho imparato a chiamarlo Padre nel Padrenostro, sin da piccolo; ma, sentire , vedere, ammirare questa volontà di Dio che siamo suoi figli…, sulla strada, in un tram – un’ora, un’ora e mezza, non lo so –; Abba, Pater!, volevo gridarlo» (Meditazione del 24.12.1969).

Questo immenso dono è qualcosa che ciascuno di noi deve scoprire e sperimentare personalmente nella propria vita.

Giovanni Vassallo


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