don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 2 Settembre 2021

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SULLA PAROLA DI GESU’

La rete che prende i pesci è un’immagine che sta a significare la raccolta delle anime, molto simile alla mietitura degli angeli alla fine dei tempi. Le anime salvate sono destinate al Regno di luce perché sottratte al regno delle tenebre.
C’è una situazione comune per gli uomini, tutti noi apparteniamo ad una un’unica famiglia, siamo tutti coinvolti dal peccato del capostipite, siamo solidali nel peccato con le nostre scelte cattive personali, siamo tutti immersi nelle tenebre costituite dal Principe di questo mondo, il Principe delle tenebre, cioè del peccato che crea questo ambiente che noi sperimentiamo come vita terrena.
“Il mare restituì i suoi morti “(Ap 20,13) è scritto per la fine dei tempi, ovvero i prigionieri di questa situazione tanto mortifera quanto illusoria.

La prima azione della misericordia divina è quella della sua Parola, la quale ci dona una conoscenza diversa da quella che sperimentiamo nel mondo.
La Parola di Dio è la luce che squarcia le tenebre del regno infernale e stimola le anime al risveglio, alla vita dello Spirito: “Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore (…) Svègliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà!” (Ef 5, 8.14).
La pesca miracolosa fa capire a quegli uomini esperti che tutto è nelle mani di Dio e che le stesse competenze umane, per quanto valide, sono sempre dipendenti dalla benevolenza del Signore che dispone tutto per il successo, poiché senza di lui non si può far nulla.
La lezione sulla professionalità è chiara, Pietro e gli altri colgono però un messaggio ancor più alto, quello della chiamata del Signore a collaborare con lui alla raccolta delle anime per la loro salvezza.

Mirabile missione che vale più di qualsiasi attività terrena, ma non è facile comprendere la grandezza, il valore, soprattutto occorre grande amore per Dio e per la sua volontà: comprendere lo stato delle anime e l’urgenza della salvezza perché in gioco c’è la vita eterna.
Tanto amore e tanta umiltà, quella che Pietro insegna a tutti; egli dice: “Allontanati da me che sono un peccatore!”, non è falsa umiltà, Pietro vorrebbe proprio scomparire dal cospetto del Signore, ma Gesù non indietreggia e non desiste: “D’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

La grazia è trasformante ed elevante, l’umanità di Pietro è accolta, è purificata, è trasformata ed elevata a quella di Principe degli Apostoli.
Dio vede il cuore e non si ferma davanti al limite umano, ai difetti e nemmeno ai peccati. Il cuore che cerca Dio, cerca la verità, cerca l’amore, che viene accolto da Gesù che modella, cesella, cambia e innalza la povertà di Pietro. Gesù costituisce quello che vuole, e nulla gli è impossibile.

Siamo chiamati ad accogliere la forza di Cristo in noi, con umiltà per quello che siamo, ma anche umiltà nel lasciarci prendere e cambiare, per amor suo, per amore delle anime.
Non c’è missione più grande di questa: poter cooperare con Cristo a strappare le anime al Male, come i pesci dal mare, portarle in Cielo, presentarle a Cristo, restituirgli quello che è suo.

Pietro e gli altri, tirate a terra le barche, le lasciarono e lo seguirono, a molti chiede la stessa cosa: “Lascia le tue certezze, i tuoi amori terreni, ama quello Gesù ama: le anime perdute da salvare!

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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