don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 4 Giugno 2021

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«Ti vedo, luce dei miei occhi!»

È il lièto epilogo del libro di Tobia. Tobia torna a casa dopo il lungo viaggio e, seguendo le indicazioni di Raffaele, spalma il fièle del pesce sugli occhi del padre, che riacquista la vista. Il padre piange dalla gioia e benedice il Signore perché aveva disposto con somma sapienza ogni cosa.   

Come si è visto ieri, il pesce è nella tradizione cristiana un simbolo di Cristo. Tobi rivede la luce grazie al fièle del pesce. Il “fièle” è un elemento che troviamo anche nella passione di Gesù: «Gli diedero da bere vino mescolato con fièle», si legge nel vangelo (Mt 27,34). Esso rimanda all’amarezza del calice che Gesù ha bevuto per amore nostro e che ci ha ottenuto il perdono dei peccati.

Una delle immagini più ricorrenti del vangelo per esprimere il passaggio dal peccato alla salvezza è quella della guarigione dalla cecità. Il profeta Isaia preannuncia che il Messia sarebbe stato inviato per aprire gli occhi ai ciechi (cf. 42,7). San Pietro, rivolgendosi ai neo-battezzati, proclama che Dio li ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa (cf. 1Pt 2,9; Is 9,1). Nel Salmo di oggi si loda il Signore che «ridona la vista ai ciechi» (145,8). Mentre nel vangelo di oggi Gesù si rivolge alla folla per denunciare l’incredulità e quindi la “cecità” degli scribi e dei farisei, che non avevano compreso che il Messia, chiamato da Davide “mio Signore”, è il Figlio di Dio. Erano ciechi perché non avevano saputo riconoscere in Gesù «il Messia, il Figlio del Benedetto» (cf. Mc 14,61).

Noi non vediamo Gesù con gli occhi della carne, ma con quelli della fede. Lo vediamo specialmente nel Sacramento del suo Amore: l’Eucaristia.  L’imminente solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo ci offre l’occasione per poter vivere un’esperienza gioiosa come quella di Tobi, che mentre piangeva, abbracciando il figlio, esclamava: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!»

Diciamoglielo anche noi, contemplando il segno umile e grandioso dell’Ostia santa: «Ti vedo, luce dei miei occhi!», perché mi hai grazie al calice amaro della tua Passione e mi hai fatto passare dalle tenebre alla tua luce meravigliosa!

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