don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 3 Gennaio 2022

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GESÙ, PENSACI TU

«Tant’è il bene che m’aspetto ch’ogni pena m’è diletto», amava dire san Francesco d’Assisi. Il pensiero della felicità eterna non solo alleggeriva il peso delle sue tribolazioni, ma gli faceva provare “diletto” nella sofferenza, sapendo che – come scrive san Paolo – la partecipazione alle sofferenze di Cristo nel tempo presente è la miglior garanzia per prendere parte alla sua gloria (cf Rm 8,17).

La prima lettura di oggi ci fa capire che questo paradossale “diletto” ha luogo quando il cuore si “purifica”. San Giovanni scrive, infatti, nella sua Prima Lettera, che chiunque coltiva la speranza di incontrare e vedere Cristo al di là della morte, credendo al «grande amore» con il quale il Padre ci ama in Lui, come suoi veri «figli», «purifica se stesso».

Il cuore è impuro quando ripone tutte le sue speranze solo nella vita terrena. Mentre si purifica quando comincia a credere che i beni di questo mondo non sono che un’anticipazione dei beni futuri.

Gesù, come proclama Giovanni Battista, è «l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo» e il peccato è essenzialmente un dubbio sull’amore di Dio, che rende impuro, inquieto e infelice il cuore dell’uomo.

Desidero che il mio cuore si purifichi dalle scorie del peccato e trovi pace?

La strada migliore è un atto di abbandono e di fiducia nella bontà di Dio, come quello che propone don Dolindo Rutolo.

Eccone uno stralcio. Gesù dice:

«Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose. Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, e cambiare così l’agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero dalla tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, nell’altra riva. Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge. Quante cose io opero quando l’anima, tanto nelle sue necessità spirituali quanto in quelle materiali, si volge a me, mi guarda, e dicendomi: “pensaci tu”, chiude gli occhi e riposa! … Se mi dite davvero: “sia fatta la tua volontà”, che è lo stesso che dire: “pensaci tu”, io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: “Sia fatta la tua volontà, pensaci tu”. …  Mille preghiere non valgono un atto solo di fiducioso abbandono: ricordatelo bene. Non c’è novena più efficace di questa: “O Gesù m’abbandono in Te, pensaci tu!”». Amen.

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