don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 26 Agosto 2021

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FUOCO NEL VENTO

Ciò che conta maggiormente nel cammino di fede non è il vivere occasionali esperienze spirituali che “scaldano il cuore”, ma tenere viva ogni giorno la fiamma del desiderio di Dio, in modo che – quando sopraggiunge il vento della prova – non solo non si spenga, ma si irrobustisca. 

«Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore!». Con queste parole Paolo esprime i suoi sentimenti di sollievo e di gioia nel ricevere buone notizie dalla comunità di Tessalonica, che aveva dovuto lasciare in fretta a causa delle persecuzioni. Temeva, infatti, che la prova potesse spegnere la fede dei neofiti. Invia perciò Timoteo per raccogliere informazioni ed egli riferisce che la comunità che aveva fondato stava perseverando nella fede. Lo Spirito Santo riempie il cuore di Paolo di gioia perché il suo unico desiderio è che i credenti rimangano fedeli a Cristo. Infatti, scrive che “si sente rivivere”, purché essi “rimangano saldi nel Signore”.

La lettera ha lo scopo quindi di esortare alla vigilanza, oltre che d’infondere consolazione e incoraggiamento. L’Apostolo scrive, infatti, che ringrazia Dio per «tutta la gioia» che prova a causa loro e manifesta il suo progetto di “rivedere il loro volto” per “completare ciò che manca alla loro fede”.

Egli esorta i tessalonicesi a rimanere “saldi e irreprensibili nella santità”, “davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi”. Ricorda loro, quindi, che il Signore verrà, ma nel frattempo bisogna perseverare in una degna condotta di vita, evitando di cadere nei peccati che li avevano resi schiavi prima del battesimo.

Non vuole che capiti ciò di cui parla Gesù nel vangelo di oggi, riguardo al “servo malvagio” che dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e comincia a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi…

Tutto questo ci ricorda che ciò che conta maggiormente nel cammino di fede non è vivere occasionali esperienze spirituali che “scaldano il cuore”, ma tenere viva ogni giorno la fiamma dell’amore di Dio.

Quando si accende un fuoco, è necessario alimentarlo regolarmente con la legna, per evitare che si spenga. La legna che mantiene vivo il fuoco dell’Amore di Dio è la preghiera, che consiste essenzialmente in ripetuti atti di desiderio e di amore verso Dio. Se il fuoco non è alimentato, non solo rischia di spegnersi per mancanza di legna, ma altresì a causa del vento. Così la fiamma della fede e della carità si spegne al sopraggiungere del vento delle tentazioni e delle contrarietà della vita. Viceversa, se un fuoco è robusto e ben alimentato, non solo non si spegne al sopraggiungere del vento, ma cresce, fino a diventare un grande incendio.

Teniamo vivo, perciò, il fuoco del desiderio di Dio mediante una preghiera costante e regolare.

Preghiamo con le parole di san Colombano, nella lettura dell’Ufficio odierno: «Desidero che le ferite del tuo amore siano impresse in me, o Signore. Beata l’anima trafitta dalla carità! Essa cercherà la sorgente e ne berrà. E bevendone, ne avrà sempre sete». Amen.

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