don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 25 Settembre 2021

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DOLCEZZA MATERNA

Andando a Maria troviamo Gesù, perché il Signore abita in lei in un grado sommo e insuperabile. Inoltre, come una tenera Madre, ci aiuta a camminare dietro a suo Figlio rendendo più “dolci” le croci che Dio dispone per la nostra salvezza.

Il profeta Zaccaria vive nel periodo della ricostruzione di Gerusalemme e del suo tempio, dopo il ritorno dall’esilio babilonese. Egli ascolta un angelo del Signore che preannuncia la Gerusalemme del futuro. Dice che sarà grandissima, talmente grande da dover abbattere le sue mura per fare spazio a tutti i suoi abitanti.

Tuttavia, questa enorme città sarà al sicuro anche senza mura, perché – dice il Signore: «Io stesso le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa».

Subito dopo, il testo riporta un oracolo in cui il Signore si rivolge a Gerusalemme come se parlasse a una ragazza e la chiama “figlia di Sion”. Dice: «Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te…».

La tradizione cristiana, sin dai primi secoli, attribuisce volentieri questo titolo – “Figlia di Sion” – alla Vergine Maria. Ad esempio, in un prefazio si parla del «grembo verginale della Figlia di Sion». Il motivo è dovuto proprio a questo passo biblico, che rimanda in modo evidente al saluto dell’arcangelo Gabriele a Maria nell’annunciazione: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

Maria compie quindi le antiche profezia sulla nuova Gerusalemme, perché in lei, nel suo Cuore Immacolato, abita la pienezza della divinità grazie al mistero dell’Incarnazione del Verbo. È un tempio inespugnabile circondato dalle “mura di fuoco dello Spirito Santo”, perché non è mai stata contaminata dal peccato. Per questo, nelle litanie è invocata con i titoli: “Tempio dello Spirito Santo”, “Tabernacolo dell’eterna gloria” e “Dimora consacrata di Dio”.

Il Signore abita in ogni luogo, ma – come scrive san Luigi Maria de Montfort – Maria è «il paradiso di Dio e il suo mondo ineffabile». Dio «ha fatto un mondo per l’uomo pellegrino: è il nostro; ha fatto un mondo per l’uomo beato, il paradiso; ma ne ha fatto un altro per sé e gli ha dato il nome di Maria»!

Come gli israeliti andavano a Gerusalemme per incontrare Dio, così noi andiamo a Maria per incontrare Gesù, perché Dio abita in lei in modo ineffabile e vuole che andiamo a Lui percorrendo la via che Egli ha scelto per giungere a noi: questa via è Gesù Cristo, il frutto benedetto che ci viene mostrato da Maria, sua e nostra madre.

Consegnandoci nelle mani di Maria, possiamo accogliere il vangelo della croce, che altrimenti rischieremmo di non comprendere, come è accaduto ai discepoli i un primo tempo: «Non capivano le parole [di Gesù] – racconta Luca nel vangelo odierno – restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso».

Maria non solo ci aiuta a comprendere le parole che riguardano il valore salvifico della sofferenza, ma – come scrive lo stesso Montfort – addolcisce le croci: «Dà la grazia di portarle pazientemente e perfino con gioia, di modo che le croci che dà a quelli che le appartengono sono dei canditi o croci candite più che croci amare». Come quelle medicine che hanno un sapore amaro vengono addolcite perché i bambini le possano prendere, così la nostra tenera Madre addolcisce le croci amare ma necessarie per la nostra guarigione e santificazione, affinché le possiamo ricevere di buon grado.

O Maria, Figlia di Sion, aiutaci ad appartenere a te per essere totalmente di Gesù e perché le nostre croci siano addolcite dall’amore di Dio e il loro peso divenga leggero (cfr. Mt 11,30). Amen.

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