don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 11 Agosto 2021

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La sinfonia della comunione

Lo Spirito Santo può produrre una “sinfonia” nella comunità cristiana a condizione che tutti siano docili alle indicazioni del pastore che il Signore ha scelto come suo rappresentante.

Nella prima lettura troviamo il racconto della morte di Mosè sul monte Nebo. Siamo all’ultimo capitolo del libro del Deuteronomio e quindi anche del Pentateuco. Il suo successore è Giosuè. «Gli Israeliti gli obbedirono» in tutto, perché «Mosè aveva imposto le mani su di lui».

Dopo Giosuè, Dio susciterà i “Giudici d’Israele”, con il compito di guidare il popolo con saggezza e di difenderlo dai nemici. È interessante il fatto che sin da allora Dio abbia voluto mediare la sua autorità attraverso uomini che egli stesso ha scelto e costituito. Il Signore è presente in tutto il suo popolo, ma opera in modo singolare in una persona che diviene anche il rappresentante della comunità dei credenti.

Tutto questo anticipa e prefigura il modo con cui Gesù governa la Chiesa, il popolo della Nuova Allenza. Ha consegnato le chiavi “per legare e sciogliere” sulla terra e in cielo a un uomo: Pietro. Al contempo, nel vangelo di oggi, si rivolge ai suoi discepoli, dicendo: «Tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo».

Sant’Ambrogio commenta questo testo precisando: «Questo diritto di legare e di sciogliere è concesso solo ai sacerdoti» (De poenitentia 1,2).

In senso proprio, quindi, questo testo si riferisce al “potere” sacramentale dei Vescovi e dei loro collaboratori, i presbiteri. Il riferimento è specialmente al sacramento della Confessione e alla facoltà di rimettere i peccati. Il testo di oggi ci aiuta a capire che un sacerdote non può “sciogliere dai peccati”, cioè concedere il perdono di Cristo, a una persona che commette una colpa e non la riconosce, nemmeno dinanzi alla comunità, ovvero dinanzi al pastore che rappresenta la comunità. Questo fratello, dice il Vangelo, dovrà essere considerato «come il pagano e il pubblicano». Il che vuol dire, stando all’insegnamento di Gesù, che va comunque amato per quello che è, come si amano i nemici, anche se non è in piena comunione con la Chiesa.

Tutto questo ci ricorda che la nostra comunione con Gesù e con gli altri fedeli dipende in modo decisivo dalla comunione con coloro che esercitano l’autorità nella Chiesa in nome di Cristo.

Come in un’orchestra è indispensabile che tutti gli strumentisti vadano a tempo, seguendo alla perfezione i movimenti del direttore, così lo Spirito Santo può produrre una “sinfonia” nella comunità cristiana a condizione che tutti siano docili alle indicazioni del pastore che il Signore ha scelto come suo rappresentante. Amen. 

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