Don Fabrizio Moscato – Commento al Vangelo del 3 Aprile 2020

Durante la ricorrenza della festa della Dedicazione, nel portico di Salomone, al Tempio, Gesù viene interpellato dai Giudei per l’ultima volta…
“Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”.
Come se non lo avesse mai detto chiaramente…!

Impressiona davvero il cuore ostinato dei Giudei, che raccolgono di nuovo pietre e ai quali Gesù cerca di ricordare almeno le opere che hanno visto: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?”

Ma per i Giudei le opere di Gesù non contano, non hanno alcun peso, non testimoniano nulla…
Hanno occhi aperti solo sull’accusa di bestemmia con cui condanneranno Gesù… Si è proclamato “figlio di Dio”… Si è fatto Dio…

In fondo non hanno torto… Nessun uomo può “farsi figlio di Dio” in modo autoreferenziale… Figli di Dio lo si è per grazia… “Diventare come Dio” è una meravigliosa promessa antica che il veleno del serpente ha reso oggetto di un furto, ha messo sotto sospetto, ha spinto fino alla conseguenza di disobbedire a Dio…

“Diventare come Dio” ed essere figli nessuno lo può fare da se stesso. È dono da sviluppare, luce da manifestare, forza da esprimere, grazia da vivere.
“Divinizzarsi”, in questo senso, con i propri sforzi, è veramente una bestemmia!

Cogliamo questa pagina come provocazione…
E comprendiamo che il Figlio di Dio è venuto a donarci proprio questa possibilità di diventare figli, di essere “come Dio” accogliendo in noi la Vita nel suo nome…

Allora, anche noi potremo compiere opere meravigliose che manifestino questa novità, alle quali guardare e credere…

Nonostante tutti i possibili tentativi di lapidazione…
La vita dei figli di Dio non si lascia vincere da nessuna pietra…
Nè da quella alzata per uccidere…
Nè da quella posta a chiudere il sepolcro…

Fonte: Telegram | Pagina Facebook

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