Don Fabrizio Moscato – Commento al Vangelo del 21 Aprile 2020

Continua la notte di Nicodemo.

Notte che ci introduce nel desiderio più grande: ricevere il dono dall’alto, lo Spirito Santo.
Chiunque nasce dallo Spirito è dentro un mistero percepibile sì, ma non del tutto comprensibile… Come il vento che si sente soffiare, di cui si ode la voce e la potenza, ma di cui non si riesce a sapere né l’origine precisa né la chiara destinazione…

Nati dentro un soffio… di cui non possiamo dire tutto…
Dentro una dimensione che, soffiando, ci sfugge…
Una realtà viva e vera, ma che non si può “acchiappare”…
Dentro un vento che è “cosa del cielo”, dinanzi al quale ci chiediamo come Nicodemo: “come può accadere questo?”

Come credere alle “cose del cielo”? Siamo tentati di pensare che potremmo farlo con i nostri sforzi, con faticose ed acrobatiche “salite” di pensiero, con “ascensioni” faticose che partono dal nostro desiderio di conquista e contano sulle nostre sole capacità…

E invece noi possiamo credere alle “cose del cielo” non perchè possiamo raggiungerle, ma perchè ci è data la possibilità di farci raggiungere da un altro movimento, l’opposto di quello che ci aspetteremmo, un movimento discendente di immersione, di coinvolgimento, di compartecipazione: il Figlio di Dio che discende dal cielo “svuotandosi” di tutto, “abbassandosi” al livello delle cose della terra, e di quella cosa della terra più difficile da vivere, ossia la morte.

Il suo essersi abbassati fino a noi, si è compiuto nell’essere stato innalzato come il serpente sulla croce…
E il suo ritornare “al cielo” è passato da questo “innalzamento” d’amore…

Si passa alle “cose del cielo” solo attraverso le “cose della terra” visitate dall’abbassamento del Figlio e innalzate con lui sulla croce…

A noi scegliere di ricevere questa possibilità in dono…
E di salire con lui verso le “cose del cielo”…

Fonte: Telegram | Pagina Facebook

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