don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 4 Luglio 2020

‘Vino nuovo in otri nuovi…’

In guardia dal ritenere che la presenza di Cristo nella nostra vita sia una sorta di aggiustamento o un accomodamento come potrebbe accadere quando, volendo salvare un vestito vecchio, lo si rattoppa alla bell’e meglio. Accogliere il Signore Gesù è, invece, riconoscere che il vestito vecchio non ha più ragion d’essere e perciò è necessario indossarne uno completamente nuovo.

La sua presenza conferisce all’esistere un nuovo senso e un nuovo corso. Forse, preferiremmo volentieri una sorta di rammendo che ci consenta di tirare avanti così come siamo. Volentieri acconsentiremmo a pratiche di conservazione o di perpetuazione di quello che siamo. Tuttavia, stando alle parole di Gesù, accogliere lui significa rifondare se stessi completamente. Nulla è più come prima, se è vero che la sua persona è un vero e proprio invito a nozze. Si può forse celebrare uno sposalizio quando gli invitati continuano a cantare lamenti?

Il problema di fondo risiede nella capacità di discernere se teniamo più a noi stessi o alla presenza dell’altro nella nostra vita. Degli invitati a nozze che continuassero a digiunare manifesterebbero di essere incapaci di onorare ciò che si sta celebrando. Accogliere Cristo si declina come un abbandonare la casa delle nostre abitudini e il bottino delle nostre conquiste.

Lo riconosciamo: abbiamo inteso il nostro cristianesimo più come una pratica virtuosa da custodire mediante l’ascesi, che una relazione con una persona che si nutre di innamoramento continuo, il cui segno è la gioia di appartenere a quella presenza. Sui nostri volti traspare più l’amarezza per ciò che abbiamo lasciato che lo stupore per ciò che abbiamo trovato.


AUTORE: don Antonio Savone
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