Con il cuore di Giuseppe… pronti alla diversità .
La storia dell’umanità è come attraversata da una domanda: ma Dio è in mezzo a noi, si o no? Se l’era posta Israele nel deserto, se la poneva la comunità per la quale Mt redige il suo vangelo, ce la poniamo anche noi e non una volta soltanto, allorquando siamo tentati di negare che la nostra storia interessi ancora a qualcuno: Dio è in mezzo a noi, si o no?
…Il segno è certo paradossale e fragile perché un bambino non è garanzia di una vittoria militare ma è il segno di Dio, il segno della potenza della vita. Quel bambino si chiamerà Emmanuele a dire che nella fortuna come nella disfatta, nel peccato come nella fedeltà , nella vita come nella morte Dio sarà sempre un Dio con l’uomo e un Dio per l’uomo. Se solo imparassimo a leggere le vicende della storia alla luce di questa consapevolezza: Dio non si pente, non ritira la sua promessa e la sua fedeltà . Tuttavia, ha bisogno di uomini e donne capaci di fidarsi che anche se tarda, avverrà .
Che cosa rappresenta Giuseppe se non l’atteggiamento fiducioso di chi, nello scandalo di una vita che si schiude nel grembo della sua ragazza, senza che egli l’abbia ancora conosciuta, riesce a riconoscere le vie di Dio e il compiersi di un progetto molto più grande? Non scontato questo atteggiamento.
Per questo, infatti, ci è presentato quest’oggi il conflitto interiore di Giuseppe: come tenere insieme il cuore e la ragione, l’amore per la sua ragazza e l’adempimento della giustizia? Un conflitto che ha turbato non poco le notti di Giuseppe. Da subito, infatti, Giuseppe si trova di fronte ad una situazione incresciosa: prima che andassero a vivere insieme Maria si trovò incinta…
Giuseppe aveva un suo progetto di vita familiare che va in frantumi a fronte di un fatto inimmaginabile. Se egli fosse stato legato al suo futuro così come lo aveva pensato, non avrebbe acconsentito. E invece si dice pronto ad accogliere la visita di Dio che non è mai il prolungamento del presente secondo i nostri progetti, ma è sempre nel segno di una diversità che accade sotto i nostri occhi. E quella diversità lo ha trovato pronto. Non è forse questa diversità che aspetta anche noi al varco in questo prossimo Natale? Per ciascuno con connotati diversi, accenti differenti. Quale questa diversità per me?
Certo, è difficile far spazio a Dio, stando a quanto narrato dal Vangelo. Nella vita di Giuseppe Dio è entrato creando scompiglio, in modo del tutto inatteso, imprevedibile e in così poco tempo. Eppure, proprio Giuseppe ci indica quale percorso intraprendere quando Dio chiede di fargli spazio nella nostra esistenza:
– anzitutto la strada della saggezza e della benevolenza, la strada di chi non assume posizioni violente che possono ferire e umiliare l’altro, la strada della delicatezza immune da qualsiasi gesto dettato dall’orgoglio ferito: decise di licenziare Maria in segreto, senza ripudiarla davanti a tutti;
– poi la strada della riflessione, la strada di chi non se ne sta ad una lettura superficiale degli eventi ma cerca di capire e perciò si interroga, vaglia gli avvenimenti per assumere l’atteggiamento più conforme alla propria umanità e alla propria fede;
– poi ancora la strada dell’ascolto: in tanti modi Dio ci parla annunciando il suo progetto e indicando scelte da compiere; un ascolto sempre accompagnato alla fede come abbandono;
– infine la strada della scelta, della decisione concreta: Giuseppe fece quanto gli aveva ordinato l’angelo. Con tutti i rischi che questo comporta, anzitutto quello di accettare un ruolo sì decisivo che tuttavia è destinato a rimanere nell’ombra.
Abbandonando ogni suo progetto e accogliendo con animo disponibile il compito che Dio gli affidava, Giuseppe rende possibile l’incontro tra Dio e l’umanità . E non è quello che Dio chiede anche a me, ancora a me in questo Natale: che io, cioè, sia tramite dell’incontro tra lui e l’umanità ?
In pieno turbamento Giuseppe si sente interpellato da un sogno (ma ci si può fidare della evanescenza di un sogno quando in gioco c’è la vita di almeno tre persone?). E nondimeno si mette nelle mani di Dio, senza garanzie anticipate, senza segni straordinari, senza grosse possibilità di scelta. Eppure grazie a lui, il Figlio di Dio ha potuto essere annoverato tra i figli degli uomini.
AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM