d. Giampaolo Centofanti – Commento al Vangelo del 20 Marzo 2020 – Mc 12, 28-34

L’intellettualismo può tendere a sciorinare una serie infinita di nozioni. Così ad una domanda come quella rivolta a Gesù potrebbe rispondere che non si possono sintetizzare realtà così profonde. Ma l’equilibrio, il cuore semplice, tendenzialmente vede sempre almeno due pericoli opposti e non uno solo. Qui il tutto o il nulla.

È bello vedere invece l’infinito Dio che si fa uomo, che si fa addirittura piccolo pezzo di pane, che si restringe in due comandamenti. Cristo non fa il saputello o l’antisaputello, l’amore va oltre questi inceppamenti cerebrali. L’amore non è un’enciclopedia, un mero codice di norme, è personale. È infinito ma si può fare piccolissimo per andare delicatamente incontro ad una persona. Quel pezzetto di pane è l’infinito Dio.

Si dona come seme che se accolto si potrà sempre più sviluppare. Il primo dono di questo seme è l’ascolto. Il cuore aperto all’opera di Dio. Così ogni ascolto, ogni dialogo, qui trovano la loro fonte. Come comunicare in una coppia senza che ciascuno dei due cerchi di accogliere la luce che Dio gli infonde? L’amore è comunicazione. Nella coppia, per esempio, la scarsa comunicazione può creare tanta sofferenza.

E gradualmente è comunicazione di tutta la persona ad un’altra e viceversa. La cultura razionalista, tecnicista, ancora oggi prevalente privilegia una ragione astratta, da computer, e dunque poi rimangono da un lato un’anima disincarnata, da un altro il resto dell’umano, una vita pratica variamente svuotata di riferimenti. La fede, l’amore invece unificano l’uomo, armonizzandone gli aspetti. Il centro, la sintesi, dell’uomo è il cuore. La coscienza spirituale e psicofisica aperta alla luce di serena di Dio.

Gesù infatti parla di cuore: anima (spirito), mente, forze. Vi è una maturazione di tutto l’uomo nella sequela di Gesù. Non delle sole intenzioni (della sola anima, di un cuore ridotto alla sola anima) o della sola ragione o della mera vita pratica. Per cui poi al massimo si giustappongono. Per esempio lo psicologo cristiano può rischiare di trasmettere astrazioni spirituali quando tocca un riduttivo campo religioso e tecnicismi quando affronta l’aspetto psicologico. Ma solo l’amore a misura di quella specifica persona può ridarle sempre più vita.

Le astrazioni possono avere effetti limitati o anche controproducenti. Il risultato delle varie tendenze solo terrene è tanta complicazione mentre i piccoli cercano di lasciarsi portare con cuore semplice da Gesù e su questa via possono stimolare ad un continuo rinnovamento persino la più alta cultura.

È la vita che canta

Mi è mancato il tempo
per scrivere poesie,
avevo da viverle.
Mi è mancato il tempo,
avevo da amare.
E scrivevo veloce.
La notte nel silenzio
le parole come semi
gemmavano da sole.
Ed io mi destavo un istante
a fermarle nel cuore.
O nei giorni d’estate
quando il sole imprigionava
in casa qualche
tempo di quiete
e la strada appariva
scintillante deserto
perso nella luce.

Le poesiole sono tratte da: Piccolo magnificat. Un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente)

 

A cura di don Giampaolo Centofanti su il suo blog


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