Contemplare il Vangelo di oggi, venerdì 18 novembre 2016

Contemplare il Vangelo di oggi

Giorno liturgico: Venerdì
XXXIII settimana del Tempo Ordinario

(Lc 19,45-48): In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: «La mia casa sarà casa di preghiera». Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

Commento: P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat (Montserrat, Barcelona, Spagna)

«La mia casa sarà casa di preghiera»

[ads2]Oggi, il gesto di Gesù è profetico. Alla maniera degli antichi profeti, realizza un’azione simbolica, piena di significato con vista al futuro. Nel cacciare dal tempio i mercanti che vendevano le vittime destinate a servire come offerta e nell’evocare che «il mio tempio si chiamerà casa di preghiera» (Is 56,7), Gesù annunciava la nuova situazione che Lui veniva a istituire, nella quale i sacrifici di animali non avevano più spazio. San Giovanni definirà la nuova relazione cultuale come una «adorazione al Padre in Spirito e verità» (Gn 4,24). La figura deve lasciar posto alla realtà. San Tommaso d’Aquino diceva poeticamente: “Et antiquum documentum / novo cedat ritui” (che l’Antico Testamento ceda il posto al Nuovo Rito).

Il Nuovo Rito è la parola di Gesù. Per questo, San Luca ha collegato la scena della purificazione del tempio con la presentazione di Gesù predicando in esso ogni giorno. Il nuovo rito si centra nella preghiera e nell’ ascolto della Parola di Dio. Ma, in realtà, il centro del centro dell’istituzione cristiana è la stessa persona viva di Gesù, con la sua carne consegnata e il suo sangue versato sulla croce offerti nella Eucaristia. Anche questo San Tommaso rimarca religiosamente: “Recumbens cum fratibus (…) se dat suis manibus” (seduto a cena con i fratelli (…) dà se stesso con le proprie mani).

Nel Nuovo Testamento iniziato da Gesù non sono più necessari i buoi ne i venditori di agnelli. Lo stesso che «tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo» (Lc 19,48), noi non dobbiamo andare al tempio a sacrificare delle vittime, bensì a ricevere Gesù, autentico agnello immolato offerto per noi una volta per tutte (cf. Eb 7,27), e ad unire la nostra vita con la sua.

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