Commento alle letture di lunedì 23 ottobre 2017 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture di lunedì 23 ottobre 2017 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Tenetevi lontani da ogni cupidigia

Dio, il nostro Dio, benedice l’uomo e il suo lavoro, la terra e le piante, ogni altra attività che la sua creatura intraprende e nascono i molti frutti. A ben considerare sono tre gli agenti che concorrono alla produzione: il suolo con la sua infinita ricchezza, che è di Dio, la benedizione di Dio, anch’essa di Dio, e il lavoro dell’uomo, anch’esso frutto dell’intelligenza, dono di Dio, e della salute, anch’essa dono di Dio. Come si può constatare in un rapporto da uno a cento, novantanove di capitale viene messo dal Signore, solo una parte viene messa dall’uomo. È giustizia che a Dio si dia la parte che spetta a Dio. Dio, la sua parte la devolve a beneficio dei poveri e dei derelitti, in più dona benedizione su benedizione a coloro che vivono la somma giustizia donando a Dio la sua parte. Se Dio mette quasi tutto è giusto che a Lui si dia il dovuto. Questa regola è già annunziata da Tobi al figlio Tobia riguardo all’Angelo Raffaele.

Terminate le feste nuziali, Tobi chiamò suo figlio Tobia e gli disse: «Figlio mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad aggiungere qualcos’altro alla somma pattuita». Gli disse Tobia: «Padre, quanto dovrò dargli come compenso? Anche se gli dessi la metà dei beni che egli ha portato con me, non ci perderei nulla. Egli mi ha condotto sano e salvo, ha guarito mia moglie, ha portato con me il denaro, infine ha guarito anche te! Quanto ancora posso dargli come compenso?». Tobi rispose: «Figlio, è giusto che egli riceva la metà di tutti i beni che ha riportato». Fece dunque venire l’angelo e gli disse: «Prendi come tuo compenso la metà di tutti i beni che hai riportato e va’ in pace». Allora Raffaele li chiamò tutti e due in disparte e disse loro: «Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non esitate a ringraziarlo. È bene tenere nascosto il segreto del re, ma è motivo di onore manifestare e lodare le opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male. È meglio la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia, che la ricchezza con l’ingiustizia. Meglio praticare l’elemosina che accumulare oro. L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita. Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici di se stessi (Tb 12,1-10).

L’uomo della parabola riceve dal Signore un raccolto abbondantissimo e cosa pensa? Tenerselo tutto per sé. Non pensa per nulla di essere ingiusto presso il Signore, così da lasciarsi da Lui prolungare la vita con mille altre benedizioni. La sua ingordigia e avarizia viene stroncata nella stessa notte, dopo aver finito di accumulare tutti i suoi beni. Non ha goduto di essi in vita. Non guadagna nessun beneficio per la morte. Sappiamo che per gli avari e ingordi di beni materiali vi è la fossa eterna dell’inferno.

Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

A noi la scelta: credere o non credere nella Parola di Gesù. Essere giusti verso Dio o essere ingiusti. Se si è giusti, per la nostra elemosina il Signore ci accoglierà nel suo monte santo, nella sua tenda eterna. Se siamo ingiusti, cioè avari e ingordi, egoisti e sordi al grido del povero, per noi nessun posto vi sarà nella sua tenda. Andremo ad abitare per l’eternità con il maestro che insegna ad ogni uomo come essere avaro, ingordo, ladro, omicida, spietato verso i suoi fratelli. Dio ha stabilito che ogni di più dato al corpo dell’uomo, diventi per lo stesso corpo fonte di malattie e anche causa di immediata morte. La pratica della giustizia perfetta è fonte di vita sulla terra e nei cieli.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci giusti presso Dio sempre.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 12, 13-21
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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