Commento alle letture del 9 Settembre 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 8 Settembre 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

SI SCIOLSE IL NODO DELLA SUA LINGUA

Is 35,4-7a; Sal 145; Gc 2,1-5; Mc 7,31-37

Ogni miracolo attesta e rivela la verità della persona e della missione di Gesù. Quanto il Signore ha promesso per profezia – anche se ogni parola di Dio va sempre letta e  interpretata non secondo la lettera, ma sempre nella sapienza, intelligenza, verità dello Spirito Santo – tutto si compie per mezzo di Cristo Gesù. Il muto che parla, il sordo che ode, lo storpio che cammina, il cieco che vede su comando di Gesù, manifestano che Lui veramente è il Messia promesso e atteso. Se è il Messia, viene per restaurare la capanna di Davide che è caduta. Dio lo ha inviato perché ricostruisca il suo regno sulla terra. Se Lui è il Re ed il Profeta, va ascoltato in ogni sua Parola. Perché profeta, la sua Parola è Parola di Dio. Perché Messia, ogni suo comando è comando di Dio. Lui deve dire e fare solo la volontà del Signore nel nome del quale Lui viene. L’obbedienza del Messia al suo Signore è l’opera delle opere, l’opera madre di ogni altra opera.

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Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca;  sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà un sentiero e una strada e la chiameranno via santa; nessun impuro la percorrerà. Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere e gli ignoranti non si smarriranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà o vi sosterà. Vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto (Is 35,1-10).

Gesù scioglie la lingua del muto. La confessione che tutti fanno è la stessa dell’autore sacro nel descrivere i giorni della creazione: “Dio vide che era cosa buona. Dio vide che era cosa molto buona”. Nella Genesi è il Signore che vede. Con Gesù è il popolo che vede e attesta. Gesù è in tutto come il loro Creatore e Signore. Anche Lui fa bene ogni cosa. Questa confessione deve farla il mondo vedendo le nostre opere. Gesù fa bene ogni cosa anche sulla croce. Il pagano vede e confessa che Gesù è veramente Figlio di Dio. Lui ha vissuto bene la sofferenza. Non l’ha vissuta come gli altri uomini. È la differenza nelle opere che fa la differenza nella natura e nella missione. Gesù è il Differente da ogni altro uomo, perché la sua vita, morte, risurrezione, ogni sua parola e opera, ogni suo comando sono diversi da quelli di ogni altra persona della terra.

Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Questa differenza va professata, confessata, celebrata per ogni discepolo di Gesù. La prima differenza è nel governo dei vizi. La seconda è nel possesso delle virtù. La terza è nella crescita in sapienza. La quarta è nell’obbedienza ad ogni Parola di Vangelo. La quinta è in una esemplarità perfetta. La sesta è nel cammino nella vera speranza. La settima è nella carità universale. L’ottava è nel sapersi rinnegare in ogni cosa. La nona è nel saper vivere bene ogni croce. La decima è nella conformazione a Cristo in tutto. Vedendo la differenza, ogni altro uomo crederà che noi siamo di Gesù Signore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la nostra differenza sia vera luce per il mondo.

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