Commento alle letture del 9 Agosto 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 9 agosto 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

NON SAPETE NÉ IL GIORNO NÉ L’ORA

Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13

Finisce il tempo. Si entra nell’eternità. Subito ci sarà per noi il giudizio particolare. Esso definirà per l’eternità la nostra vita o la nostra morte. Le regole del giudizio le conosciamo. I discepoli di Gesù saranno esaminati sulla loro obbedienza alla Parola.

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Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande» (Mt 7,14-27).

Quando passeremo dal tempo nell’eternità? Non lo sappiamo. Ogni istante del giorno e della notte il passaggio potrebbe compiersi, senza alcun avviso o preavviso. Ecco quale dovrà essere la nostra saggezza: farci trovare dalla morte sempre ben piantati e radicati nella Parola del Vangelo, sempre obbedienti ad essa. Le vergini stolte sono cristiane, ma senza vita nella Parola, senza obbedienza al Vangelo. La loro lampada è senz’olio, cioè senza alcun frutto di Vangelo. Sono discepoli di Gesù, ma senza la sua Parola, senza l’ascolto della sua voce. Vivono una religiosità senza alcuna vera fede. La religiosità non conduce in Paradiso. Le nostre belle liturgie non portano alla vita eterna. Esse sono mezzi per vivere di fede, per fede, di fede in fede. Mai potranno essere sostituite alla fede. La lampada – per noi tutto l’apparato esterno della religione –  dona vita se in essa vi è l’olio della vera fede. Senza olio gli apparati sono spenti. Non fanno luce né a noi né agli altri. Chi deve fare luce nel buio di questo mondo è il cristiano che accende la sua luce dalla luce di Cristo e l’alimenta con l’olio della Parola, alla quale si dona immediata e pronta obbedienza. Solo l’obbedienza è il vero olio. Più si obbedisce e più olio si mette nella lampada e più la luce è intensa e forte.

Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. e sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

È saggio il cristiano che crede nella Parola di Gesù. La fede nella Parola del Signore è il primo olio che va messo nella lampada. Oggi è proprio questa saggezza che sta scomparendo dal cuore dei discepoli del Signore. Tutti ormai sono convinti – ed è questa la grande stoltezza dei tempi attuali – che la vita eterna è per ogni uomo. Dio tutti accoglierà nel suo regno. Questa stoltezza è la madre di ogni altra stoltezza.

Vergine Sapiente, Angeli, Santi, dateci la più pura fede in ogni Parola di Cristo Gesù.

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