Commento alle letture del 30 Settembre 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 30 Settembre 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

DOVE IL LORO VERME NON MUORE

Nm 11,25 -29 ; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
30 SETTEMBRE
L’antica escatologia sapeva ben distinguere le cose che avvenivano appena l’anima, lasciato il corpo, entrava nell’eternità. Subito si presentava al cospetto di Dio per il giudizio. Se essa era trovata giusta, in grazia di Dio, ma non perfetta quanto ad espiazione delle pene temporali dovute ai suoi peccati commessi sulla terra, nel suo corpo, per il suo corpo, passava per la via del purgatorio. La Chiesa, con la sua preghiera, si appellava alla misericordia del Signore perché accelerasse il processo della purificazione e portasse l’anima nella luce eterna. Tutte le Sante Messe per i defunti sono per le anime del purgatorio. Poiché la Chiesa non sa chi è in purgatorio e chi è nella perdizione eterna, prega per tutte le anime, senza alcuna distinzione. Chi fa la differenza è il Signore. La misericordia richiesta è per le anime dei giusti.

Se l’anima è trovato nello stato di morte spirituale, perché ha rinnegato Dio ed è vissuta non ascoltando né il Vangelo e né la coscienza, per essa non vi è posto se non nell’inferno eterno. Per quest’anima non esiste misericordia perché il Signore cambi il suo giudizio. L’anima è nella morte. Né vi potrà essere misericordia perché la pena sia più leggera. Essa è in misura dei suoi peccati, della sua responsabilità, del ministero esercitato, dei carismi avuti in dono, del sacramento ricevuto. Il Libro della Sapienza ci dice che su quanti sono posti in alto vi sarà una indagine rigorosa. Più in alto si sale in responsabilità e più si è responsabili dinanzi al Signore, specie per i peccati di omissione. Un solo peccato di omissione può rovinare un intero popolo.

Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere; imparate, o governanti di tutta la terra. Porgete l’orecchio, voi dominatori di popoli, che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni. Dal Signore vi fu dato il potere e l’autorità dall’Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi: pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. Terribile e veloce egli piomberà su di voi, poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto. Gli ultimi infatti meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore. Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno, non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo. Ma sui dominatori incombe un’indagine inflessibile. Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, perché impariate la sapienza e non cadiate in errore (Sap 6,1-9).

Per i dannati un tempo si insegnava la pena del danno e la pena del senso. È la pena del danno il verme che non muore. Si è perso il Bene Vero, la Luce Divina, la Vita Eterna per un nulla. Per un godimento effimero si è perso il godimento senza fine. .

Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

La pena del senso è invece il fuoco che consuma l’anima e il corpo per l’eternità. Così un tempo la Chiesa ammaestrava i suoi figli. Sono queste le tracce che si trovano nel Vangelo. Oggi di tutti questi dettagli di eternità si vuole cancellare anche il ricordo.

Vergine Immacolata, Angeli, Santi, fate che il cristiano ritorni alle sorgenti della verità.

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