Commento alle letture del 22 Ottobre 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 22 Ottobre 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

E NON SI ARRICCHISCE PRESSO DIO

Ef 2,1-10; Sal 99; Lc 12,13-21

Vi è un solo modo per arricchire dinanzi a Dio: trasformare le ricchezze della terra in elemosina. L’elemosina per il Signore è la “sua banca divina”. Chi versa in essa il suo denaro, non solo ricevere un interesse eterno, che è la vita divina che avrà in dono, in più il denaro dell’elemosina è sempre a disposizione di chi lo ha versato in quantità moltiplicata all’infinito. L’insegnamento della Scrittura, sia dell’Antico Testamento che del Nuovo, è una sola voce. L’elemosina è il solo investimento utile per l’uomo. Tutte le banche di questo mondo possono fallire e falliscono. L’elemosina non fallisce mai.

L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati. Chi ricambia il bene provvede all’avvenire, al tempo della caduta troverà sostegno (Sir 3,30-31). Non mancar di fiducia nella tua preghiera e non trascurare di fare elemosina (Sir 7, 10). Nessun beneficio a chi si ostina nel male né a chi rifiuta di fare l’elemosina (Sir 12, 3). Tuttavia sii longanime con il misero, e non fargli attender troppo l’elemosina (Sir 29, 8). Tuttavia sii paziente con il misero, e non fargli attendere troppo a lungo l’elemosina. Per amore del comandamento soccorri chi ha bisogno, secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote. Perdi pure denaro per un fratello e un amico, non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra. Disponi dei beni secondo i comandamenti dell’Altissimo e ti saranno più utili dell’oro. Riponi l’elemosina nei tuoi scrigni ed essa ti libererà da ogni male. Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante, essa combatterà per te di fronte al nemico (Sir 29,8-13). Chi serba riconoscenza offre fior di farina, chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode (Sir 35, 2).

Ogni giorno, o figlio, ricòrdati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia. Perché se agirai con rettitudine, avrai fortuna nelle tue azioni. A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti. Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. In proporzione a quanto possiedi fa’ elemosina, secondo le tue disponibilità; se hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre. Infatti per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo (Tb 4,5-11).

A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell’instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché  possiamo goderne. Facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera (1Tm 6.17-18).

Il corpo dell’uomo necessita di piccole cose. Quanto gli viene dato in più è veleno per esso. In più l’uomo non è solo corpo. Anche l’anima va nutrita. Essa si nutre e cresce con l’elemosina, la carità, le opere di misericordia. Senza elemosina, l’anima muore. Un corpo senz’anima si abbandona ad ogni dissolutezza e impurità, ogni vizio e concupiscenza. Questi vizi dilapidano ogni buon patrimonio. Il vizio è padre di miseria.

Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Chi non arricchisce dinanzi ha Dio non ha alcun diritto di entrare nella gioia eterna.

Specchio di virtù, Angeli, Santi, fateci arricchire dinanzi a Dio con la nostra elemosina.

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